Quando l’antico è portatore (sano) di novità

Giulia Genini ci presenta la stagione CaronAntica
/ 05.02.2018
di Zeno Gabaglio

«CaronAntica è un’avventura, una visione, un’ideale. Prendete un luogo incantevole, quasi magico: l’antico villaggio di Carona in Ticino. Immaginatevi di scoprirne i tesori architettonici, le suggestive atmosfere piene di bellezza e poesia attraverso la musica, attraverso suoni e strumenti insoliti, non convenzionali, antichi, coinvolgenti. Suoni che raccontano di epoche impresse nell’architettura e nella storia del villaggio. In contrasto con la velocità e la mutevolezza di oggi, CaronAntica rallenta e contempla un ideale sonoro – la musica antica – tutto da scoprire, in congiunzione alla meravigliosa ambientazione del borgo».

L’idea – per ciò che è e per come viene esposta – è davvero seducente. Seducente perché prefigura un modo nuovo d’avvicinare il repertorio antico; un approccio più esperienziale che non spettacolare, in cui il passato rivela di sé nuove accezioni, in una sorta di cortocircuito temporale ed estetico.

A ideare CaronAntica – una stagione concertistica che è anche vivo laboratorio musicale – è stata la neonata Fondazione Emiolia, con in prima linea Diego Fratelli (professore di prassi musicale antica presso il Conservatorio della Svizzera italiana e la Scuola Civica di Milano), Luca Guidicelli (avvocato caronese nonché melomane da sempre) e – soprattutto – Giulia Genini: musicista ticinese tra le più interessanti interpreti di musica antica della nuova generazione svizzera, già collaboratrice di realtà prestigiose quali I Barocchisti, Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina e Berliner Philharmoniker. Proprio a lei ci siamo rivolti per avvicinare la novità costituita da CaronAntica.

«A Carona la natura impetuosa e magnifica – illuminata da una dorata luce mediterranea – abbraccia l’arte e la sapienza dell’uomo antico che ha edificato il borgo con uno spiccato senso del bello e dell’armonioso. Il legame con l’arte medievale, rinascimentale e barocca è impresso nelle mura e nelle vie di Carona. Ciò ne fa una sorta di locus amoenus, ideale stimolo al pensiero e all’attività artistica». Ecco spiegato – dal punto di vista storico-paesaggistico – il «perché proprio Carona?». E se ci si chiedesse invece qual è il «perché musicale e organizzativo» di una nuova iniziativa proprio a Carona? Con Casa Pantrovà (da decenni privilegiata residenza creativa per artisti e soprattutto musicisti) Carona è un luogo ideale «per raccogliere idee, per concentrarsi, per creare. I concerti di CaronAntica vengono ideati e preparati proprio durante le residenze artistiche in paese. I musicisti vivono dunque per un certo tempo nel villaggio, interagendo con lo stesso, lasciandosi ispirare dal borgo».

E la forza ispirante del borgo non è indifferente, né per i musicisti né per il pubblico. «Carona è un grande palcoscenico: la piazza, la loggia, ben quattro bellissime chiese antiche. Ubicazioni concertistiche suggestive in cui il pubblico può vivere un’inedita vicinanza con la musica, anche grazie a presentazioni, commenti e a una particolare disposizione dei musicisti nello spazio».

Come fare a toccar con mano quest’unicità? Lo scorso mese di dicembre si è tenuto il battesimo ufficiale di CaronAntica, con un programma dedicato al Natale sacro tra Venezia e Lubecca, mentre il prossimo 25 febbraio – rispetto a una serie di concerti mensili che si concluderà tra giugno e luglio – si terrà un appuntamento intitolato Il classicismo a Stoccolma. Alle ore 17 nella Chiesa di SS. Giorgio e Andrea si potrà infatti ascoltare una formazione insolita come quella del settimino – vera e propria orchestra minima – interpretare il famoso brano dedicatole da Beethoven e l’assai meno celebre (e forse per questo ancor più interessante) analoga opera di Franz Berwald, tra i più rilevanti autori svedesi tra epoca classica e Romanticismo. Sul palco – oltre a Giulia Genini – autentici virtuosi come Stefano Barneschi (violino di spalla del Giardino Armonico) e Konstantin Timokhine (primo corno della Kammerorchester Basel).