Quando la copertina è un’opera d’arte

Due produzioni musicali che puntano anche sull’originalità e la bellezza della loro confezione
/ 23.07.2018
di Alessandro Zanoli

Le statistiche predicono, irrevocabile, il declino del Compact Disc. Eppure ci sono musicisti che sembrano volersi opporre alla tendenza generale. E, anzi, per valorizzare il contenuto delle loro opere puntano a rendere la loro stessa copertina un oggetto d’arte. Ecco due esempi usciti di recente alle nostre latitudini.

Sergio Fabian Lavia è un chitarrista di origine italiana, nato a Buenos Aires. Da diversi anni è docente al Conservatorio di Lugano. E come molti suoi colleghi conduce parallelamente una sua carriera concertistica indipendente, lungo un percorso di ricerca molto impegnato e concreto. Nella doppia veste di compositore e di esecutore ha realizzato fino ad oggi numerosi album. Il più recente, Saudalgia (Sinfonica SCD-025, 2018) concretizza un’operazione ambiziosa. È contenuto infatti in un lussuoso volumetto in carta patinata che ospita la versione in CD e quella in DVD dell’opera. Il libro, poi, è illustrato con riproduzioni fotografiche di dipinti dello stesso Lavia e contiene testi poetici ispirati dalle varie tracce. Oltre a ciò, 21 delle sue pagine contengono la trascrizione completa del primo brano, Saudalgia I. Il disco insomma possiede un intento editoriale multimediale, racchiudendo in sé oltre alla musica (nei suoi aspetti acustici e in quelli, diremmo, stenografici, della partitura), la pittura, la poesia e la sperimentazione video. La confezione accurata, in altre parole, ci aiuta a entrare gradualmente in un universo sonoro personalissimo, e ad abbracciarlo nella sua profonda complessità.

E se «l’aria del tempo» mediatizzato invita le band a pubblicizzare il più possibile le loro doti, esistono anche gruppi che vivono la propria carriera artistica con umiltà e quasi con timidezza. Uno dei gruppi meno conosciuti del cantone, ma non dei meno dotati, è sicuramente quello composto da Franco Mondia e da Antonio Lo Menzo. Un duo a geometria variabile, in realtà, perché si accompagna di volta in volta a esecutori di ottimo calibro, come il contrabbassista e fisarmonicista Peter Zemp. Il nucleo musicale è affidato alle chitarre dei due membri originari. La loro formazione non possiede un nome vero e proprio ma assume di volta in volta una fisionomia legata alle produzioni discografiche messe in cantiere. Sono dischi artigianali, nel vero senso della parola. Le copertine sono realizzate manualmente, una alla volta, come tante opere uniche. Quella del loro penultimo disco Orodingos, riproduceva nel dettaglio la tenda trasparente in cui il duo teneva i propri concerti fino a qualche anno fa. 

Per l’ultimo album invece, Sei in un paese meraviglioso, Mondia e Lo Menzo hanno realizzato una splendida sfera in legno di ulivo che racchiude il CD, dando luogo a un curiosissimo oggetto a forma di Saturno. L’album, completato da poco, sarà in vendita quanto prima tramite il sito web www.enso-musica.ch. Si tratta di un lavoro che ha per certi versi delle affinità con le sonorità new age, un dialogo tra chitarre tranquillo, rarefatto e raffinato, non privo di alcuni spunti ritmici interessanti. Il progetto, grazie anche a numerose interferenze con spezzoni audio tratti dalla realtà, ha quasi assonanze con certe atmosfere alla Pink Floyd. Ma il paragone va preso molto alla lontana, evidentemente. Alcuni spunti sono davvero divertenti e danno all’album una fisionomia originale e meritevole di attenzione.