Qual è la migliore ricetta per un tormentone?

Nel 1961, Nico Fidenco cantava Legata a un granello di sabbia, prima hit estiva italiana a ripetizione in tutte le radio, poi arrivarono Edoardo Vianello con il twist e Gino Paoli con il sentimento
/ 05.07.2021
di Enza Di Santo

Torna l’estate: caldo, vacanze e insetti. Come tarli, i tormentoni estivi iniziano a ronzare nelle nostre orecchie da fine maggio/inizio giugno e quest’anno a volersi accaparrare il titolo radiofonico di «brano ascoltato fino alla nausea» ci sono tanti artisti. Primo fra tutti, Alvaro Soler, «defrostizzatosi» a marzo dopo il suo consueto letargo, ha lanciato Magia che non ha lo stesso successo di altre sue hit. Eppure lo aspettavamo e lui ha seguito la ricetta del tormentone!

Mare, spiaggia, ritmo esotico – meglio latino per «shakerare» i fianchi – e ritornello almeno in tripla ripetizione con qualche interiezione tipo oh oh oh e na na na. Devono esserci amore fresco e avventura, magari pelle baciata dal sole, labbra, occhi, all’occorrenza viaggi in auto per mete da stabilire e sabbia q.b. Guarnire con un tramonto o meglio ancora con la luna. Forse il buon Alvaro non ha messo abbastanza latinità nel ritmo e l’aggiunta della montagna era da evitare – nel tormentone tra mare e montagna vince il mare, lo sanno tutti! – e citare Peter Pan (nominato pure da Shade in In un’ora)… no no no.

Anche quest’anno non si sfugge ai ritmi pop e reggaeton, inoltre spadroneggerà la musica italiana complici Sanremo ed Eurovision Song Contest. Zitti e Buoni dei Måneskin, ha vinto entrambe le competizioni e ora si trova nelle classifiche inglesi, quindi la sentiremo spesso. La Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino, tormentone invernale meritevole, potrebbe ripresentarsi in una veste disco anni 70 ancor più stuzzicante e internazionale grazie al remix firmato niente meno che dal genio francese dell’elettronica Cerrone. Chissà quanto ci metteremo ad averne «piene le palpebre» del Movimento lento di Annalisa feat. Federico Rossi (quello di Benji e Fede, ora solista). Brano tutto sommato niente male, ma considerate che siamo appena a inizio luglio... Comunque con questo brano, e non solo (sono almeno tre quest’estate), si riconferma bevanda anti-calura quella citata in Bollicine (1983) da Vasco.

Tornando a noi, non dobbiamo essere duri con i tormentoni latini o di stampo reggaeton: ci fanno ballare, ci insegnano lo spagnolo e quest’anno ci danno anche un’infarinatura di cultura generale con citazioni, cammei e omaggi di ogni sorta a registi, attori e altre canzoni. Per esempio, La Bamba, è citata dal duo J-Ax–Jake La Furia in Salsa, mentre in Señorita di Nina Zilli e Clementino cantano «io non son il capitan, tu non sei il marinero».

Nessuno, eccetto Elettra Lamborghini (Pistolero) e Sangiovanni con Malibù, vuole cantare da solo. Molte collaborazioni, più o meno indovinate: Carl Brave e Noemi, Gazzelle e Mara Sattei – chi? –, Samuel (forse lo ricordate nei Subsonica) e Francesca Michielin, nonché il collaudato connubio tra Giusy Ferreri e i produttori Takagi e Ketra, e il calcolato sodalizio 2021 tra Baby K e i principi dell’estate, Boomdabash. Cose che ci si aspetta come i gavettoni in questo periodo, niente di particolarmente audace, ma…

Un sabato sera su una cabrio nera ci sono Achille Lauro, Fedez e Orietta Berti,… sembra l’inizio di una barzelletta, invece non lo è affatto. Questo bizzarro trio spacca signori, spacca! Orietta, «L’usignolo di Cavriago», rivelazione dell’anno già a Sanremo nei suoi abiti da sirena, con la voce di 50 anni fa arricchita da qualche totalità bassa in più, ci propone Mille, il twist retrò più innovativo che si potesse attendere, nel 2021, un crossover generazionale che ci piace tanto, tanto quanto L’allegria di Gianni Morandi scritta da Jovanotti. Sonorità contemporanee che si miscelano a quello stile anni 60 che ha reso celebre la canzone italiana.

I nostalgici degli anni 80 potranno contare su Emma e Loredana Berté con Che sogno incredibile, oppure sulla travolgente traccia dance Never Going Home di Kungs. Infine, ma non in ordine di tollerabilità, il brano che, in una salsa o nell’altra, si sono cuccate tutte le generazioni, la canzone più coverizzata del panorama musicale di New Orleans e probabilmente tra le più riproposte al mondo. L’originale intitolata Jock-A-Mo (1953) di James «Sugar Boy» Crawford e i suoi Cane Cutters è stata plagiata e resa celebre dai Dixie Cups nel 1965. Etichettata sotto il genere Bubblegum pop (musica usa e getta) da allora è stata rifatta così tante volte che bisognerebbe coniare la recycling music. La versione di Justin Wellington – Iko Iko (My Bestie) – feat. Small Jam, è una chicca del 2019 dal ritmo caraibico con incursioni reggae riesumata un mesetto fa grazie a Tik Tok. Poco nuova, molto estiva e potenzialmente tormentante.

Ma con così tanta musica che ripesca dal passato, come suona il presente?