Riprendiamo il nostro viaggio attraverso i film girati in canton Ticino, un viaggio che inizia nel 1913 e conta più di 130 titoli fino al giorno d’oggi, anche con grandi nomi da Al Pacino a Vittorio Gassman e Ornella Muti venuti a interpretarli.
Commedie, gialli e ricerche esistenziali sono il filo conduttore del periodo tra gli anni 80 e i 90, con l’aggiunta della pellicola storica Ulrico Zwingli e il finale dell’horror Opera di Dario Argento ambientato nella zona di Airolo. Tra i tanti, da citare Sotto il vestito niente, Chaos am Gotthard, Ti ho incontrata domani e L’assassina. Film premiato con l’Oscar è Il viaggio della speranza (1990) di Xavier Koller: si ferma a Chiasso il sogno di una famiglia curda, che riproverà a entrare dal passo dello Spluga con un epilogo tragico. Curioso è Remake (1987) di Ansano Giannarelli, un breve incontro sullo sfondo del Festival di Locarno: nella parte di loro stesse ci sono Sandra Milo, Ida di Benedetto e Marina Vlady. Passa da Lugano L’aria serena dell’ovest (1990), primo lungometraggio del milanese-ticinese Silvio Soldini, e da Locarno Nouvelle vague di Jean-Luc Godard. Si arriva ad Agente 007 GoldenEye (1995) di Martin Campbell con Pierce Brosnan nei panni di James Bond, che inizia acrobaticamente lanciandosi dalla diga della Verzasca, anche se nella finzione è in Russia.
Il nuovo secolo si apre con Le conseguenze dell’amore (2004) che consacra Paolo Sorrentino: un dramma raffinato con Toni Servilo in gran parte ambientato tra Lugano, Mendrisio, Chiasso, Bellinzona e il piano di Magadino. Poco prima da ricordare L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci, anch’egli legato al Ticino, e I banchieri di Dio con scene a Lugano. Altra tappa Quale amore di Maurizio Sciarra con una scena in piazza Riforma e proiettato al Festival di Locarno. Tra cinema e televisione è intensa l’attività di Mohammed Soudani, del quale vanno citati Roulette (2007) e Oro verde (2014), girati a Lugano, e Lionel (2010) tra Locarno, Losone, la foce della Maggia e lo zoo di Magliaso. Ricordata qualche puntata di film di Bollywood e lo scorcio in Un’altra giovinezza (2007) di Francis Ford Coppola, è importante Requiem del tedesco Hans-Christian Schmid con il pellegrinaggio a Locarno e Biasca e curioso La sapienza di Eugène Green, che passa da Bissone, paese natale dell’architetto Francesco Borromini.
L’ultimo decennio ha visto l’affermarsi del giovane cinema ticinese con la crescita di Fulvio Bernasconi (La diga, Fuori dalle corde) e gli esordi di Erik Bernasconi, Niccolò Castelli, Mihály Györik (l’horror La valle delle ombre in Valle Maggia), Bindu De Stoppani, Klaudia Reynicke, Francesco Rizzi, Alberto Meroni e i recentissimi di Andreas Maciocci e Fabio Pellegrinelli. Dietro molti di questi c’è la mano produttiva di Hermann, che si è dedicato molto alla coltivazione di nuovi talenti con la sua Imago, ma anche i contributi di Amka e Ventura nel consolidare la scena locale.
Tra Bellinzona, Locarno, Biasca, Monte Tamaro e Val di Blenio è ambientato Sinestesia con Alessio Boni, Giorgia Würth e Leonardo Nigro, che ha fatto un po’ da apripista. Prevalentemente luganese è Tutti giù, storia di un gruppo di skateboarder, mentre nel Mendrisiotto si sviluppano le vicende de La Palmira e Frontaliers Disaster, in Centovalli è ambientato Jump e a Locarno e Losone Cercando Camille. Reynicke ha girato Il nido a Palagnedra e Centovalli e Love Me Tender a Chiasso. Cronofobia sta tra Mendrisiotto, Lugano e Leventina prima di spostarsi in Svizzera interna, mentre Il segreto del mestiere di Maciocci è collocato tra Chiasso e Mendrisio e L’ombra del figlio di Pellegrinelli tocca tanti centri del cantone.
Ticinese e girato in parecchie location – la Fabbrica del cioccolato di Cima Noma a Dangio-Torre, Bellinzona, Biasca, Collina d’Oro, Olivone e nei pressi del Gottardo – , è anche il thriller Oltre la nebbia (2018) del piemontese Giuseppe Varlotta.
Produzioni nazionali del recente passato sono la commedia Vecchi pazzi di Sabine Boss nel Locarnese e nel Mendrisiotto e I fratelli neri di Xavier Koller in Valle Maggia, Brontallo e Lago Maggiore, cui si aggiunge il tedesco Halb so wild (2013) di Jeshua Dreyfus, vacanza di un gruppo di giovani in Val Onsernone, Bosco della Comunella e Isorno. Si arriva al recentissimo Quello che non sai di me dell’esperto Rolando Colla (Giochi d’estate), incontro complicato tra un immigrato del Mali e una donna europea, girato in gran parte a Bellinzona.
L’ultima grossa produzione straniera è stata Mister Felicità di Alessandro Siani nel 2016, con la verve del comico napoletano trasportata a Lugano, tra il LAC e corso Pestalozzi.
Già nei prossimi mesi giungeranno nuove pellicole, grazie anche alla crescita della Film Commission e delle case di produzione locali, per un Ticino sempre più terra di cinema, pronto ad accogliere le troupe provenienti da fuori e fertile per gli autori locali.