Ogni famiglia è infelice a modo suo

Il dramma alimentato dal sole cocente di Taipei
/ 15.02.2021
di Alessandro Panelli

A Sun è un film drammatico taiwanese del 2019 diretto da Chung Mung-hong. Il regista è tra gli autori più apprezzati della nuova generazione di cineasti taiwanesi. Giunto al suo quinto lungometraggio, è riuscito a dar prova di grande versatilità di genere spaziando dall’horror alla black comedy fino al dramma famigliare che caratterizza la sua ultima opera e che lo consacra tra i grandi registi orientali contemporanei. Ispirandosi ai grandi predecessori che hanno portato alla fama mondiale il cinema dell’isola, come il compianto Edward Yang (Yi Yi, Brighter Summer Day), e servendosi di attori di pregevolissimo livello come Yi-Wen Chen (Yi Yi, Brighter Summer Day) Chung Mung-hong mette in scena un’opera dall’indiscutibile potenza artistica in grado di emozionare e intrattenere lo spettatore per tutta la durata del viaggio che trova i titoli di coda dopo ben due ore e quaranta minuti.

Protagonista del film è un’ordinaria famiglia che vive nel cuore della città di Taipei. Il padre (Yi-Wen Chen) e la madre (Shu-qin Ke) dovranno fare i conti con l’incarcerazione del figlio minore (Chien-Ho Wu) provocata da un atto intimidatorio esercitato su un coetaneo. Durante la detenzione del figlio, i genitori si troveranno confrontati con una tragedia ancora più grande che li porterà a riflettere sui propri errori. 

Per quanto la struttura narrativa possa risultare scontata e tediosamente moralista, Chung Mung-hong riesce a mettere in scena tematiche semplici con raffinatezza e delicatezza rare, sequenza dopo sequenza, immergendo lo spettatore in una Taipei pericolosa e spietata che entra esteticamente in dicotomia con la bellezza delle sue campagne e con quel sole cocente che colora gli avvenimenti tragici. A livello di fotografia infatti il film è strepitoso. La scelta di una gamma cromatica molto saturata negli esterni, più scura e monocromatica negli interni, dà vita a quadri viventi mozzafiato che, accompagnati a sontuosi e ben ritmati movimenti di camera, lasciano spazio allo spettatore per concentrarsi su ogni dettaglio mostrato in campo. La colonna sonora condisce perfettamente il minuzioso lavoro di regia, con delle tracce che regalano brividi.

A Sun è passato in sordina, divorato dagli algoritmi che prediligono il mainstream. Il film tuttavia affascina e appassiona grazie a una sceneggiatura solida che si riserva lunghi monologhi per trasmettere delle tematiche fondamentali in modo originale, sottile, senza mai dire troppo e senza cadere nel moralismo scontato.