Bibliografia

Eugenio Borgna, Mitezza, Einaudi, Torino, 2023


Ode alla mitezza

Saggio  ◆  Perché rivalutare questa esperienza umana
/ 08.05.2023
di Natascha Fioretti

Se c’è un libro che da oggi terrò sul comodino è il saggio di Eugenio Borgna – psichiatra e docente – che elogia la mitezza in tempi in cui la nostra cultura condanna le fragilità e le incertezze e ci spinge, invece, ad essere rapidi e sicuri, sempre performanti, talvolta persino aggressivi. Avremmo invece bisogno di più gentilezza – sorella della mitezza – e di più sorrisi ci dice Eugenio Borgna richiamando alla nostra mente i famosi versi leopardiani «Silvia, rimembri ancora / quel tempo della tua vita mortale, / quando beltà splendea / negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, / e tu, lieta e pensosa, il limitare / di gioventù salivi?». Il sorriso non è solo quello delle labbra ma anche quello degli occhi (come suggerisce la ragazza della foto) anzi «il sorriso degli occhi è più luminoso» ed è un’espressione della mitezza.

Che poi, leggiamo nel saggio, la mitezza è una qualità umana più femminile che maschile e più pronunciata in giovinezza perché più libera da conflitti e ambizioni. Le persone miti ascoltano, accolgono, sono aperte al dialogo e sono sensibilissime alle parole, come già osservava Hugo von Hofmannsthal, sono gentili, riconoscono e rispettano le fragilità degli altri. Lo psichiatra cita Hölderlin: «Finchè la gentilezza, pura, si conserva nel suo cuore, l’uomo non si misura infelicemente con la divinità», ricordandoci che gentilezza e mitezza sono «sorelle siamesi» ma la prima non ha «l’ampiezza degli orizzonti esistenziali» della seconda.

A coglierne la sostanza e l’essenza ci aiutano non solo la poesia ma anche i personaggi letterari, quelli di Dostoevskij ad esempio. Alëša, uno dei fratelli Karamazov, che «le offese non se le ricordava mai» o il principe Myskin che come scrive Vladimir Nabokov «ha una sensibilità arcana: sente tutto ciò che accade nell’animo degli altri, anche quando questi altri sono lontani mille miglia. Tale è la sua saggezza spirituale, la comunione di sentimenti e la comprensione per le sofferenze altrui». Andrebbe spiegata e insegnata nelle scuole la mitezza nella sua dimensione etica e creativa, ci dice Borgna.

Beati i miti dunque, «perché la mitezza è una stella del mattino», beati anche perché, come scrive la poetessa Vivian Lamarque, la mitezza è congenita, «è dentro la persona, dentro la sua anima...È come un’altezza, un colore di occhi».