Bibliografia
Massimo Cacciari, Paradiso e naufragio, Einaudi, Torino, 2022.


Naufragar in paradiso

L’uomo senza qualità di Robert Musil secondo il filosofo Massimo Cacciari
/ 22.08.2022
di Eliana Bernasconi

È pervasa da un filo conduttore che pone interrogazioni al pensiero contemporaneo e ne addita limiti e contraddizioni l’ormai lunghissima opera saggistica di Massimo Cacciari, spesso tradotta nelle principali lingue. Parte dal pensiero negativo di Nietzsche e Wittengstein con una radicale critica all’irrisolvibilità del sistema dialettico della filosofia, additando la necessità di staccarsi da un ideale totalitario del sapere per una rifondazione dello stesso sapere e agire. Dalle prime opere (Krisis, 1976) agli ambiti teologici, (L’angelo necessario 1986) a quelli scientifici, dalla storia e dalla prassi politica attraversando il lavoro dell’arte, Cacciari giunge alle ultime opere come La mente inquieta (2019) o il Lavoro dello spirito sulla necessità della politica come professione che purtroppo non sa sottrarsi al modo di produzione capitalistico. Paradiso e naufragio Einaudi 2022, rielaborazione di un’edizione del 2003, è un saggio su L’uomo senza qualità di Robert Musil, capolavoro della letteratura germanica rimasto incompiuto, che conobbe successive edizioni. L’autore Robert Musil, dalla vicenda esistenziale drammatica, morto improvvisamente a Ginevra nel 1942 lontano dall’amata Vienna, iniziò a scriverlo nei primi decenni del ’900 e gli dedicò la sua vita, il romanzo uscì postumo nel 1952. È l’affresco di un’epoca ambientato fra gli esponenti dell’esercito e della nobiltà aristocratica al tramonto dell’impero asburgico, nella cui psiche l’autore legge con una modernità e un’attualità impressionanti. Un mondo, per usare le parole di Cacciari, che non ha compreso la lezione della prima tragedia mondiale e si dirige verso la seconda catastrofe che è sullo sfondo.

Paradiso e naufragio dunque presuppone la lettura de L’uomo senza qualità. Il saggio supera le mille pagine e alterna il rigore della scienza matematico statistica alle riflessioni filosofiche e alla ricerca di un amore assoluto. Ci fornisce una traccia per orientarsi nella lettura?
Il romanzo presenta due dimensioni ben distinte, per quanto correlate. Nella prima si rappresenta il grande quadro di una vicenda anche storico-politica, ma secondo la prospettiva del protagonista che è un matematico e interpreta i fatti secondo un metodo statistico-probabilistico. La seconda dimensione riguarda il «viaggio in paradiso», il rivelarsi di una prospettiva mistica che non può concludersi in «alcun sistema».

La vicenda si svolge nei primi decenni del '900, siamo al tramonto dell’impero absburgico, si celebra l’anniversario dell’imperatore Francesco Giuseppe, non è un tempo per noi superato, lontano?
Tutti i problemi filosofici-epistemologici che si affrontano nell’opera eccedono ogni determinazione temporale.

A una delle successive vicende editoriali del libro di Musil fu dato il titolo di Uomo senza qualità, riferito al comportamento politico e sociale che un personaggio del romanzo attribuisce a Ulrich, il protagonista principale. Di quali proprietà egli non riesce ad appropriarsi?
«Qualità» non rende il termine di Eigenschaft, Ulrich non ha proprietà, cioè non possiede alcunché, nessuna verità in assoluto, né altre cose o persone. «Non vuole» possedere, e la seconda parte del romanzo rappresenta appunto la sua radicale volontà di spossessamento.

Ulrich vive al centro di un sistema che sta collassando e di cui vede il disfacimento morale ma non sa trasformarlo mentre la catastrofe della prima guerra mondiale sta per sopraggiungere. Qual è il naufragio che ci indica nel saggio?
Naufraga l’illusione di sicurezza e cioè, appunto, di possedere alcunché, naufraga il tentativo di salvare l’Impero e il mondo di ieri. Naufragano le chiacchiere sia dei conservatori che dei «fanatici».

Il libro di Musil, lei dice, evidenzia come l’ambiente nel quale si muove Ulrich ignori il pericolo dell’arrivo della guerra, non avverte che fascismo e nazismo stanno per nascere. Quali fattori rendono impossibile questa comprensione?
La comprensione è impedita dal non affrontare la crisi radicalmente come sfida per innovazioni politiche, etiche, filosofiche, scientifiche.

La grande opera di Musil è rimasta incompleta per l’improvvisa morte del suo autore nel 1942, ma si è detto che in ogni caso non avrebbe raggiunto mai le certezze di una conclusione finale, per quali motivi?
Ho già spiegato, la via al paradiso che dovrebbe seguire al naufragio del mondo di ieri non è per sua natura mai compibile, non può avere mai fine.

Ulrich e la sorella Agathe intravvedono la possibilità di sperimentare l’amore totale, un paradiso assoluto inattuabile nella realtà che si fa tensione verso la dimensione del divino, per percepire la quale occorrono solo silenzio e intuizione, il linguaggio non è per loro sufficiente.
Nel dialogo tra fratello e sorella (non c’è bisogno di immaginare alcuna trama incestuosa ) si scoprono forme del dire che eccedono la dimensione discorsiva, si resta in ascolto della grande mistica soprattutto alto-tedesca, ma uno è il poeta cui principalmente si fa qui riferimento: Rilke.

Quale funzione ha l’ironia nella narrazione di Musil?
L’ironia per Musil è la dote essenziale del vero europeo. Ma nel romanzo la possiede soltanto Ulrich. Ironia è ricerca e distacco dalla cosa e da sé stessi, ma anche tatto, anche pietas. Pensiero critico e capacità di ascolto. Musil comprende con totale disincanto come queste doti siano andate per sempre perdute nello spirito europeo.