Marionette per il teatro della fantasia

Fedele a sé stesso e alle proprie passioni: la scena culturale deve molto a Poletti
/ 25.10.2021
di Giorgio Thoeni

Ammettiamolo. Sono anni ormai che ci è difficile nascondere l’ammirazione e una rispettosa considerazione che si deve a un artista come Michel Poletti sul fronte del teatro delle marionette. Su questa affermazione certamente storcerebbe il naso perché sappiamo che il termine marionette è limitativo. Ma, ahilui, dopo 55 anni di professione e quasi 40 anni di Festival Internazionale, la sua riconoscibilità si ascrive a quell’universo, sebbene non sempre sia stato comprensivo di tutte le sue varianti artistiche. Ma già con l’avvio della 39esima edizione della manifestazione si avverte il profumo dell’importante e storico anniversario. Un traguardo che permette a Poletti, con la sua assistente e collaboratrice Lucia Bassetti, di mettere in campo un ventaglio di proposte che, fino al 7 novembre (palco.ch), permette di fruire di piacevoli appuntamenti, tutti in scena al Teatro Foce di Lugano e a due passi dal fascinoso Museo delle Marionette. Certo, con il fluire del tempo, la tipologia degli spettacoli ha ormai dovuto adattarsi a un pubblico non necessariamente costituito da adulti. Sebbene la godibilità continui ad abbracciarne buona parte, la platea di riferimento è infatti diventata quella delle famiglie.

Poletti ne parla con una vena di nostalgia. Come dargli torto. La scena teatrale ha subìto cambiamenti, soprattutto pensando a quel piccolo magico spazio popolare nato nelle piazze e destinato ai sogni di grandi e piccini che oggi è perlopiù appannaggio dei più piccoli.

Un cambiamento anche legato ai mezzi a disposizione come alle metamorfosi del mondo dello spettacolo: un universo sempre più votato, nel bene e nel male, alla sensazione, al glamour, all’apparenza, alla superficialità, al botteghino. Comunque niente riesce a sostituire l’esperienza e la professionalità conquistate dall’avventura del teatro di figura. Uno scenario ben rappresentato dall’offerta del Festival che, attraverso i suoi spettacoli, cerca di illustrare le varie tecniche in ossequio alla tradizione: dall’opera dei pupi alle marionette mosse dai fili, da quelle animate dalle mani o dai piedi alle ombre cosiddette cinesi. E c’è anche posto per fiabe, magia e narrazione, come pure per una rivisitazione de Il piccolo Principe di Michel Poletti accompagnato da Margherita Coldesina, con il Teatro dell’Es e le musiche di Lucia Bassetti.

Non è retorico invitare il pubblico a sostenere un Festival che sta diventando sempre più il baluardo di uno storico, raffinato e indispensabile artigianato.