M2act: il teatro e il suo potenziale ecologico

Il progetto del Percento culturale dà forma a processi co-creativi che mettono in relazione le arti sceniche con le discipline ambientali
/ 27.03.2023
di Muriel e Giorgia Del Don

Negli ultimi anni le arti sceniche hanno puntato sulle tematiche socio-ecologiche per lottare in favore di un mondo più ecosostenibile. Lo scopo è quello di spingere il pubblico a porsi delle domande cruciali sulla società, sulle differenti forme di vita con le quali coabita ma anche sulle proprie (spesso pericolose) abitudini. I professionisti dello spettacolo (ma non solo) sono confrontati con cambiamenti sociali importanti, con la rimessa in questione di un sistema produttivo, di cui quello artistico fa inevitabilmente parte, trovandosi a dover riflettere sul proprio agire e combattere per una società più inclusiva e sostenibile.

Con le loro produzioni, gli artisti giocano in questo senso un ruolo cruciale sensibilizzando il pubblico a problematiche scottanti ed estremamente attuali quali il rispetto della natura e dell’ecosistema, la rimessa in questione del «sacrosanto» Antropocene ma anche l’apertura verso nuove forme di creazione e convivenza. Sebbene le proposte e le riflessioni siano fertili e per molti versi innovative, la messa in atto di azioni concrete rimane zoppicante. La colpa, se di colpa vogliamo parlare, non è da attribuire ai professionisti della scena ma piuttosto alla società nel suo insieme, una società che sembra osservare con distacco il proprio declino. Come ci ricorda Julie Sermon, professoressa di storia ed estetica del teatro contemporaneo all’Università di Lione 2 e co-direttrice del Laboratorio Passages, «quello che ci insegna o ricorda l’ecologia è che gli esseri umani non vivono al di fuori della natura: ne fanno indubbiamente parte, sono connessi con l’insieme degli elementi, animati e inanimati, organici e inorganici, che abitano il mondo. Per questo l’ecologia potrebbe diventare la quarta e ultima “ferita narcisistica” inflitta all’umanità».

Proprio sull’onda di questo spirito si muove M2act, il progetto di sostegno e networking del Percento culturale Migros per le arti della scena che opera in collaborazione con diverse realtà svizzere. Nei mesi scorsi in collaborazione con l’Università di Losanna e La Grange, centro arti e scienza dell’UNIL, ha invitato dei professionisti del settore culturale e della sostenibilità ma anche artisti e artiste a ritrovarsi per discutere e sognare concretamente un mondo nel quale le arti della scena e l’ecologia dialogano e si rafforzano mutualmente. La piattaforma, battezzata m2act@grange.unil, è improntata sulla condivisione di conoscenze, l’incontro e la collaborazione tra professionisti decisi ad affrontare le problematiche ambientali di petto. Si tratta di un progetto importante che evidenzia il ruolo centrale che i professionisti del settore culturale, ma anche gli artisti e le loro opere svolgono nell’evoluzione dei paradigmi, nella messa in atto concreta di un cambiamento non solo di abitudini ma anche e soprattutto di mentalità. Attraverso le storie che raccontano, gli immaginari che creano e le emozioni che suscitano, gli artisti non contribuiscono solamente a sensibilizzare il pubblico sull’urgenza ecologica, a sviluppare nuove idee che rimettono in questione l’egemonia dell’antropocentrismo, ma agiscono concretamente sulle rappresentazioni, spesso astratte, che il pubblico (e di conseguenza la società) si fa del concetto di ecosistema. L’immaginario è alterato, trasformato e ridimensionato in linea con un futuro che si spera più inclusivo, ecosostenibile ed aperto verso molteplici forme di alterità. Il potenziale ecologico del teatro è reale e merita di essere sfruttato al meglio sia da parte dei professionisti del settore (che si tratti di direttori di teatri o di organizzatori di festival per esempio) che dagli artisti stessi.

ossiamo citare a questo proposito Frédéric Ferrer che mette in scena con serietà, ma anche una sana dose di umorismo, problematiche scottanti che toccano l’ecosistema nella sua globalità. Attraverso spettacoli quali Chroniques du réchauffement per esempio o conferenze-performance dai titoli evocativi quali Atlas de l’anthropocène, Ferrer intende smuovere le coscienze nel profondo. Militante e queer è invece il performer zurighese Daniel Hellmann aka Soya The Cow, creatura drag sex-positive femminista e vegana che rompe tutti i binarismi (di genere e di specie in primis). Nella stessa vena inclusiva e militante ritroviamo anche lo spazio d’arte e di ricerca losannese Lieu Commun, fondato e diretto da Clara Delorme, Claire Dessimoz e Louis Bonard, che attraverso delle residenze di tre settimane vuole spingere gli artisti presenti a sperimentare nuove forme e metodi di lavoro senza vincoli produttivi in uno spirito di scambio e discussione intriso di tolleranza e utopia.

I modi di creazione rispettosi dell’ambiente sono anche alla base di progetti sostenuti da M2act quali Reflector (in collaborazione con il fondo pionieristico Migros) che, in un primo tempo, ha selezionato e analizzato le abitudini di tre teatri che fungeranno da strutture pilota. L’ecobilancio che ne risulterà, permetterà di identificate le aree con il maggior potenziale di miglioramento ecologico. Attraverso una serie di workshop, Reflector sviluppa e implementa delle misure che potranno essere sperimentate concretamente da altri teatri. Ad esempio ha creato una guida ecologica per le arti sceniche (Green Guide for the Performing Arts) che consente di implementare rapidamente le misure ecologiche adeguate. La prima guida sul tema della mobilità è ora online e disponibile per tutti (www.reflector.eco).

Che si tratti di arte e della sua capacità di trasformare le mentalità grazie alla creazione di universi che da utopici diventano reali o di azioni concrete messe in atto da istituzioni che sostengono, promuovono e programmano questi stessi spettacoli, la sensibilizzazione ecologica non può e non deve rimanere fuori dai teatri. Il prossimo appuntamento di M2act da non perdere sarà in settembre in collaborazione con Burning Issues, IntegrART, Bühnen Bern, la Dampfzentrale e lo Schlachthaus Theater. Si discuterà di un settore culturale sostenibile, giusto ed equo tra attivismo, politica e arte.