L’OSI si prepara a nuove sfide

Dieci imperdibili appuntamenti aprono un nuovo capitolo per l’orchestra
/ 11.06.2018
di Enrico Parola

L’Orchestra della Svizzera Italiana è viva e vuol dimostrare al suo pubblico di essere anche in ottima salute dopo le note vicissitudini che hanno portato la formazione ticinese verso un nuovo status organizzativo e soprattutto finanziario, radicalmente diverso da quello avuto per ottant’anni alla diretta dipendenza dal servizio radiofonico nazionale. Questo il messaggio che comunica la stagione dei concerti 2018-2019: 10 appuntamenti sinfonici al LAC tra ottobre e aprile, inframmezzati da una mini rassegna invernale di quattro serate all’Auditorio Stelio Molo, «dove abbiamo invitato artisti eclettici nella doppia veste di solisti e di direttori» spiega Denise Fedeli, direttore artistico dell’OSI: il mito della viola Yuri Bashmet col Concerto di Bruch, il clarinettista e compositore Jörg Widmann con Weber e il violinista Sergej Krylov con Mendelssohn.

Allargando la riflessione all’intero cartellone Fedeli rivela un obiettivo peculiare della stagione 2018-2019: «Stiamo cercando di rendere speciale ogni serata introducendo qualche breve pagina fuori programma e chiedendo ai diversi solisti di offrirci momenti di performance esclusivi, magari suonando a sorpresa con singoli musicisti dell’OSI o addirittura improvvisando». La ragione di questo esperimento si basa su una constatazione: «Non è facile uscire dagli schemi delle formule concertistiche odierne, ormai cristallizzate dalla tradizione», ma proprio per superare cliché inveterati che magari possono sì risultare accomodanti per gli avventori, ma non invitanti per chi, soprattutto giovane, si accosti per la prima volta all’universo classico e ai concerti, Fedeli rimarca come «nei prossimi anni vogliamo lavorare in questa direzione e arrivare a proporre al nostro pubblico modalità nuove per avvicinarsi alla musica seria».

L’inaugurazione sarà il 4 ottobre con Markus Poschner, direttore musicale dell’OSI: tra l’ouverture Die Fledermaus di Strauss e la prima sinfonia di Bruckner campeggia il raro e spettacolare Frozen in time di Avner Dorman, concerto per percussioni e orchestra che metterà in mostra il funambolico virtuosismo del 35enne salisburghese Martin Grubinger, forse l’unica vera star di livello mondiale tra il non sparuto ma poco mediatico novero dei percussionisti. Altra stella nascente del firmamento concertistico è il 23enne canadese Jan Lisiecki, specialista del repertorio romantico che due settimane dopo affronterà il Concerto per pianoforte di Grieg, pagina tanto popolare, amata e incisa quanto raramente proposta nelle principali stagioni; sul podio Krzysztof Urbański, appena applaudito al LAC con la Royal Philharmonic nell’Uccello di fuoco di Stravinskij; in autunno si cimenterà invece con la sinfonia Dal nuovo mondo di Dvorak. A novembre Valentin Uryupin dirigerà una delle sinfonie meno eseguite di Ciajkovskij, la seconda Piccola Russia, e l’impervio e lirico Concerto per violino (solista di Sibelius sarà Sergey Khachatryan), mentre Vladimir Ashkenazy tornerà al LAC per Pelléas et Mélisande di Sibelius e per accompagnare Piotr Anderszewsky nel Concerto per pianoforte K 491 di Mozart. Quello del 6 dicembre sarà uno dei programmi più attesi: la Patetica di Ciajkovskij e il primo Concerto per violino di Shostakovich con Poschner e un mito dell’archetto quale Viktoria Mullova. In due sole serate, a febbraio e aprile, Francesco Piemontesi firmerà l’integrale dei 5 Concerti di Beethoven: una vera e propria maratona, il primo atto con i Concerti n. 1, 2 e 4, il secondo col 3° e il 5° Imperatore, coronati anche dal Quintetto per piano e fiati del genio di Bonn. Un cimento ambizioso per il pianista locarnese già pupillo di Martha Argerich e ora alla guida delle Settimane Musicali di Ascona.

Poschner accompagnerà Emmanuel Tjeknavorian nel Concerto per violino di Brahms, accostandolo alla Renana di Schumann, e va menzionata anche la violinista Carolin Widmann nel Concerto di Berg che Michael Sanderling accosterà alla Pastorale beethoveniana.