L’italiano e le sue parole

Linguistica - Il saggio di una vita di Ugo Cardinale, tra teoria della neologia e nuove parole nell’Italia del Novecento
/ 08.11.2021
di Stefano Vassere

Nel firmamento della lessicografia italiana brillano le voci di ricercatori che nella storia ne hanno marcato letteralmente gli strumenti. Così Niccolò Tommaseo, Bernardo Bellini, Salvatore Battaglia, Nicola Zingarelli, Fernando Palazzi, Gianfranco Folena, Manlio Cortelazzo, Michele Cortelazzo, Paolo Zolli, che hanno dato il nome a vocabolari e dizionari. Tra di essi è Ugo Cardinale, che con Manlio Cortelazzo curò, verso la metà degli anni Ottanta del secolo scorso, un fortunato Dizionario di parole nuove, dando avvio compiuto a una nel frattempo consolidata tradizione di studi della neologia in Italia.

Questo Storie di parole nuove. Neologia e neologismi nell’Italia che cambia è la somma di molti approfondimenti sul lessico e le sue evoluzioni. Una specie di bilancio dello studioso a parecchi decenni da quella memorabile prova, un’occasione per tirare fila generali e teoriche su uno dei temi più battuti dalla linguistica nazionale. Lo studio delle parole nuove è materia particolarmente scivolosa, essendo il lessico la buccia più estrema del sistema; quella che più di sovente si modifica (spesso anche senza metodo) sotto l’influsso di avvenimenti e costumi sociali. Conferire a questi fenomeni lo statuto di materiale di studio espone molto gli specialisti, occupati come sono a cercare regolarità e categorie là dove non è facile distinguerle.

Così uno dei pregi del libro-testamento di Cardinale è quello di tracciare le caratteristiche di ciò che lui chiama con etichetta definitiva «la teoria e i principi della neologia». Una sezione che fa da preludio a una serie di cornici (frames) nella quale è suddivisa «la storia politica italiana degli ultimi sessant’anni». La quale, partendo da una certa maniera politica e quindi linguistica della fine degli anni Sessanta, si estende ai «banali anni Ottanta», all’arrivo della Seconda repubblica, ai governi Berlusconi fino agli episodi e alle figure più recenti. Seguendo un cammino ben conosciuto, ognuna di queste epoche ha parole simboliche, vedette di un quadro di significati e di usi che va oltre il senso etimologico, rimandando a un mondo di atteggiamenti e di valori. Valga su tutti il capitolo esemplare sull’era della Pandemia, con i riferimenti alle metafore belliche («Siamo in guerra»), al lockdown, la quarantena, gli asintomatici, le droplet, l’infodemia; termini ancora a noi tanto vicini, tuffati come siamo nel frame di questo periodo.

Il tutto è, detto, sostenuto da un’attrezzatura di approccio della quale Cardinale è, dopo tutto questo tempo, affidabile titolare. E che prevede che le lingue cambino, sia pure con un movimento che i parlanti faticano a percepire derivandone un’impressione di immutabilità; e che certifica un principio di stabilità per cui le diverse generazioni che riescono a convivere contemporaneamente in uno spazio linguistico non hanno comunque problemi a comprendersi.

Al libro è anteposto un testo di saluto di Luciano Canfora, di grande dignità scientifica e storica; l’immagine iniziale è quella di Lucrezio, che nel libro primo del De rerum natura è di fronte all’affanno di non riuscire a rendere con parole latine nozioni e concetti per il quale il greco aveva lessico adeguato; ed è costretto a colmare il vuoto inventando nuovo vocabolario nella sua lingua. Non lo fa Canfora, ma è bello riprendere il passo: «So quello che il Greco scoprì, ma non è facile esporlo in chiari versi latini: per tante oscure scoperte di cui occorre parlare molte parole mi mancano per la povertà della lingua e gli argomenti inusuali. Ma per te, Memmio, e il piacere di esserti amico, affronto questa fatica, per cui nelle notti serene io resterò a vegliare pensando alle giuste parole e ai versi capaci di darti con dolce chiarezza tutti i lumi che occorrono perché tu riesca a scoprire, traendolo fuori dal buio, il mondo della natura».

Bibliografia
Ugo Cardinale, Storie di parole nuove. Neologia e neologismi nell’Italia che cambia, Bologna,il Mulino, 2021.