Le sale teatrali di Locarno e Chiasso hanno ospitato Eichmann. Dove inizia la notte di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon diretti da Mauro Avogadro. Penna di grande intuizione drammaturgica e spessore contenutistico, l’atto unico di Massini costruisce un dialogo immaginario fra la filosofa ebrea Hannah Arendt e Adolf Eichmann, il gerarca nazista che organizzò la tempesta devastante (la biblica Shoa), lo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale. Un’architettura testuale che l’autore costruisce attingendo da La banalità del male, il celebre libro della Arendt pubblicato nel 1963 a seguito del processo al criminale nazista, ma anche sulla base dei verbali degli interrogatori e degli atti del dibattimento.
Da tutto ciò, ricordando soprattutto l’opera dell’intellettuale tedesca, emerge prepotentemente l’assenza di un pensiero critico in Eichmann a cui aggiungere la totale mancanza di un’assunzione di responsabilità nei confronti dell’atrocità consumata adducendo il miope rispetto di ordini ricevuti. Insomma, è il ritratto di un povero mentecatto inserito in un meccanismo infernale di dimensione epocale. Lo stesso ci porta a un accostamento fra la banalità del personaggio e l’orrore dei nostri giorni osservando scenari di guerra fra vittime innocenti. Chiunque infatti potrebbe ancora agire in modo analogo nascondendosi dietro la maschera dell’obbedienza declinata in una dimensione demoniaca, perversa, invasiva, devastante, capace di annegare il mondo nella notte del male.
Il dialogo dello spettacolo può farci riflettere anche su questo nel gioco fra le domande asciutte, dirette della Arendt e le narrazioni di Eichmann che snocciola le tappe della carriera di un uomo senza qualità, mediocre, ambizioso e opportunista, il cui unico grande sogno era quello di obbedire al suo meglio per farsi apprezzare dal Führer. La regia di Avogadro sottende una teatralità debitrice del peso di una struttura verbale perfetta per la statura attoriale di Pierobon accanto alla figura volutamente opaca della Piccolo: uno spettacolo intenso e necessario.
Prima di chiudere segnaliamo Immortalia. Oltre l’uomo, una produzione artigianale vista allo Spazio Elle di Locarno con Ettore Chiummo e Michele Rezzonico. I due attori, talentuosi reduci dalla formazione accademica di Verscio, affidandosi alla regia del poliedrico David Labanca, hanno immaginato una macchina in grado di trasferire internet nel corpo umano: un piacevole e atletico scompiglio.