Nel romanzo di Bonnie Garmus Lezioni di chimica, in corso di traduzione in 34 paesi, sono condensate le lotte che hanno condotto all’emancipazione femminile, iniziata nella metà del XX secolo e che non è ancora compiuta, come dimostra il verdetto del 24 giugno della Corte Suprema degli Stati Uniti contro il diritto all’aborto. Opponendosi alla storica sentenza Roe contro Wade del 1973, in cui la stessa corte aveva stabilito che il diritto all’aborto derivava dal XIV emendamento della Costituzione e doveva quindi essere garantito da tutti gli stati della Confederazione, i giudici hanno adesso stabilito che ogni stato membro può decidere in materia e sono già molti quelli in cui l’aborto volontario è stato dichiarato illegale. La sentenza riporta indietro la lancetta dei diritti delle donne di quasi cinquant’anni, proprio al tempo di cui racconta Garmus.
La storia di questo romanzo è ambientata tra gli anni ’50 e gli anni ’60, in California. La protagonista è la chimica Elizabeth Zott, una donna dal coraggio e dalla forza titanici, nonché dotata di un grande talento per la scienza. Zott, però, a differenza dei suoi colleghi maschi, non ha potuto fare il dottorato per dare slancio alla sua carriera, infatti il suo professore, che avrebbe dovuto permetterle di continuare gli studi, non solo non ha acconsentito, ma l’ha anche violentata per punirla di aver cercato di ribellarsi alle sue decisioni.
A colpire è la forza di volontà della protagonista, che riesce comunque a essere assunta in un centro di ricerca, dove incontra l’uomo della sua vita. Nel romanzo viene ripetuto più volte che quello tra lei e Calvin Evans è stato un colpo di fulmine o meglio una reazione alchemica. Tutti pensano che la bellissima Elizabeth stia con Evans solo per interesse, perché lui è un chimico geniale, candidato varie volte al premio Nobel, ma non è così: i due sono davvero innamorati, anche se lei non accetta di sposarlo, perché si è ripromessa di non sottostare alla sudditanza imposta alle mogli, non ultima quella di assumere il nome e il cognome del marito. Quando Evans muore, però, il fatto di non essere stati uniti in matrimonio ricade gravemente su Elizabeth che viene licenziata, perché incinta: «mi sta dicendo che se un uomo non sposato mette incinta una donna non sposata, per lui non ci sono conseguenze?».
Ciò che è interessante leggendo il romanzo è la possibilità, grazie alla narrazione delle vicissitudini quotidiane vissute dalla protagonista e dalle altre personagge, di comprendere l’ingiustizia che subivano le donne in Occidente fino a poco tempo fa che, come ci ammoniva Simone De Beauvoir, è un pericolo che non abbiamo smesso di correre. Zott perde il suo lavoro perché aspetta una figlia illegittima, che decide di dare alla luce, tentando poi di istituire un laboratorio chimico nella loro casa. A venirle incontro in un momento di grande difficoltà economica, però, è un colpo di fortuna, cioè l’incontro con il padre di una compagna di scuola di sua figlia che di fronte alla vitalità di Elizabeth le propone di tenere un programma televisivo sul cibo.
Da scienziata a cuoca il passaggio sembra azzardato, ma non lo è così tanto: la cucina si fonda sulle reazioni fra i vari ingredienti con il calore, per questo Zott conduce il programma Cena alle sei più come se tenesse lezioni di chimica per principianti che non un classico corso di cucina. Oltre a fornire alle sue spettatrici, ogni giorno più numerose, le nozioni scientifiche basilari, trasmette loro anche la sua concezione della vita e soprattutto la necessità in cui lei crede fermamente che le donne si ribellino alle limitazioni che vengono loro imposte e alla schiavitù in cui vivono. Un aspetto fondamentale della sua conduzione è la convinzione, più che legittima, che il lavoro delle casalinghe sia non solo difficile, ma fondamentale, eppure è: «il lavoro più sottovalutato che esista al mondo».
Seppur abbia tratti molto romanzeschi, evidenti soprattutto nella risoluzione finale dell’intreccio, la trama non è edulcorata. Non basta il coraggio di Elizabeth Zott perché tutto vada come dovrebbe: a ostacolarla ci sono il produttore del programma, i detrattori e le detrattrici bigotti, i giornalisti a caccia di falsi scoop… La stessa protagonista mina la sua carriera e il futuro stesso di Cena alla sei quando dichiara in diretta di essere atea.
Nel romanzo sono narrati elementi importanti della vita reale come l’amicizia: il rapporto fra Elizabeth e la sua vicina di casa Harriet è profondo e non scontato ed è interessante anche il modo in cui le due si scambiano confidenze sulla difficoltà di essere madri e sul desiderio tabù che le coglie in alcuni momenti di poter tornare indietro nel tempo o liberarsi dei propri neonati.
Lezioni di chimica è l’esperimento riuscito di costruire una storia mettendo insieme tematiche politiche femministe, un intreccio ben strutturato di vicende e personaggi, con la scienza: «il coraggio è alla base del cambiamento e il cambiamento è ciò a cui siamo chimicamente destinati».
Bibliografia
Bonnie Garmus, Lezioni di chimica, Rizzoli, Milano, 2022.