Dopo il tormento del lockdown, l’estasi di poter tornare a riascoltare la musica del vivo, e nella sua massima espressione. Anche perché nel nome di Skriabin, che all’estasi dedicò un poema sinfonico, si aprirà il 21 settembre la nuova stagione di Lugano Musica; di Skriabin e di chi della musica russa è divenuto icona mondiale: Valerij Gergiev, mitica guida del Mariinskij Teatr di San Pietroburgo, che per l’occasione dirigerà la sua orchestra nella sinfonia Italiana di Mendelssohn e suo figlio Abisal nel Concerto per pianoforte op. 20 di Skriabin.
«L’idea originaria era di proporre l’Evgenij Onegin di Ciajkovskij in forma di concerto, ma con le misure di distanziamento anche sul palco dettate dalla pandemia abbiamo optato per un programma diverso» rivela il direttore artistico Etienne Reymond, che però dovrebbe poter contare sulla possibilità, accordata da Berna alle istituzioni musicali elvetiche, di poter aprire le sale fino a mille posti anche al 100% col pubblico dotato di mascherina.
Nonostante all’orizzonte sanitario rimangano minacciose le nubi di una possibile seconda ondata del Covid-19, Reymond non ha voluto preparare una programmazione parziale; al contrario proietta fino a giugno una sfolgorante costellazione degli astri più luminosi del concertismo mondiale. Proseguendo nel cartellone sinfonico, ci si imbatte (24 ottobre) nella Tonhalle-Orchester Zürich, che l’estone Paavo Järvi dirigerà nel Trisagion del connazionale Arvo Pärt e nel Secondo concerto per pianoforte di Chopin, solista la poetica e raffinata Maria João Pires.
«I due nomi oggi più rappresentativi della musica classica in Italia», come Reymond definisce Riccardo Muti e Maurizio Pollini, approderanno al LAC il 22 novembre, per l’ultimo dei 27 concerti dedicati da Mozart al pianoforte; «Attingendo da Mercadante, Martucci, Mascagni e un giovane Puccini, Muti vi affiancherà pagine orchestrali del 900 italiano, capitolo poco noto ma che sa svelare tesori nascosti», sottolinea il direttore artistico, «perché uno dei due fil rouge di quest’anno è proprio il Novecento: un secolo, soprattutto per gli anni più recenti, che musicalmente fa ancora paura a molti, ma che credo possa rivelarsi molto interessante e bello se visto nell’interezza e varietà delle esperienze stilistiche ed estetiche che lo percorsero.
Emblematico di questo è il programma che impaginerà Daniil Trifonov: un viaggio attraverso Prokof’ev, Bartók, Copland, Messiaen, Ligeti, Stockhausen, Adams e Corigliano che mostrerà la rapida evoluzione della scrittura pianistica lungo il secolo scorso». Il geniale musicista russo si esibirà il 1° marzo, coronando una teoria di grandi pianisti che annovera a ottobre Kit Armstrong e a dicembre Andras Schiff, impegnato in Bach, Beethoven, Haydn e Schubert, i suoi quattro autori prediletti.
Se il lockdown ha impedito i grandi festeggiamenti per i 250 anni dalla nascita di Beethoven, gli ultimi mesi del 2020 offrono la possibilità di recuperare il tempo perduto: il 14 dicembre Giovanni Antonini guiderà la Kammerorchester Basel nella Quinta sinfonia e nel Terzo concerto per pianoforte (solista Bertrand Chamayou) del genio di Bonn; un evento, pensando alla travolgente integrale beethoveniana, che Antonini ha inciso con l’orchestra di Basilea ispirandosi ai principi dell’esecuzione storicamente informata.
Oltre ai pianisti, Lugano potrà applaudire due tra le violiniste più celebrate al mondo, tra l’altro nei concerti-monumento della letteratura per archetto: l’8 marzo Janine Jansen sarà accompagnata in Brahms da Philippe Jordan a capo del Concertgebouw di Amsterdam, otto giorni dopo Isabelle Faust affronterà Beethoven con Robin Ticciati e la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin.
Ormai appuntamento tradizionale che calamita su Lugano le attenzioni di tutto il mondo musicale, a Pasqua tornerà l’Orchestra Mozart, con Daniele Gatti che ha preso il testimone di Bernard Haitink; tra i capolavori in programma il Triplo concerto di Beethoven e la sinfonia Praga di Mozart. «L’altro fil rouge, se vogliamo antitetico a quello sul 900, è dedicato al Barocco» prosegue Reymond, che ha coinvolto soprattutto le glorie locali: «Il 13 novembre il nostro Luca Pianca porterà alcune Cantate bachiane, cui sta dedicando un ciclo alla Konzerthaus di Vienna: infatti a fianco dell’Ensemble Claudiana ci saranno i Wiener Sängerknaben; a novembre i Barocchisti di Diego Fasolis, mentre da Basilea arriverà ad aprile La Cetra, col grande controtenore Andreas Scholl».