Parlare di esotismo è dire di un concetto dai contorni indefiniti. «Tutte le culture rappresentano gli altri e ciascuna fa di questa diversità una forma di esotismo» dice Noémie Etienne, professore all’Università di Berna e commissario della mostra intitolata Exotic? Regarder l’ailleurs en Suisse au siècle des Lumières. Da noi si imitavano le cineserie perché di moda o si rappresentavano selvaggi mascherati che danzano intorno al fuoco, mentre in Cina si decorava un servizio da tavola su vetro con ritratti di donne svizzere in costumi tradizionali e si collezionavano orologi svizzeri. Desiderio incrociato di esotismo, insomma.
Un tema squisitamente antropologico declinato in modo interdisciplinare con la partecipazione di trenta istituzioni, musei, archivi e biblioteche del nostro paese.
Durante il XVIII secolo si sono affermati principi fondamentali per la cultura dell’Occidente (vedi l’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert pubblicata nella seconda metà del ’700); paradossalmente però sono anche maturati i frutti del colonialismo (che porteranno ricchezza a molti imprenditori di casa nostra) e delle teorie razziste che giustificavano lo sfruttamento e la schiavitù, derivate da un malinteso confronto tra realtà diverse e in nome di un ragionamento scientifico che voleva razionalizzare le differenze. Si stabiliscono gerarchie di valori, modelli di società e di sviluppo e si pensa a come migliorare chi è considerato più arretrato rispetto a questi valori-base.
La Svizzera aveva stabilito stretti contatti commerciali in Asia, Africa, America con scambi di merci e persone; aveva elaborato immagini stereotipate di quei paesi e di quei popoli e imitato tratti culturali che avevano particolarmente colpito chi aveva viaggiato in quei paesi. Molti gli esempi in mostra: quadri, opere grafiche, oggetti decorativi e archeologici, flora e fauna esotiche, depositati dapprima nei Cabinets de curiosités o in collezioni private e poi finiti nei musei di etnografia e storia naturale di mezzo mondo.
Discorso importante per la Svizzera che da questo punto di vista ha conosciuto due fronti. Dice a questo proposito Noémie Etienne: «Dal XVIII secolo le élites cittadine del nostro paese si dedicano allo studio e all’esotizzazione delle popolazioni rurali. Il pastore zurighese Scheuchzer, ad esempio, invia dei questionari nelle zone periferiche che immagina primitive e arretrate, allo stesso modo con il quale altri parlavano dei popoli d’oltre mare».
Nasce il ritratto di un paese legato alle sue antiche tradizioni, a una vita semplice in armonia con la natura. La Svizzera doveva darsi una coscienza nazionale (la Costituzione federale è del 1848) ed è così che prende piede il mito di un paese essenzialmente rurale e arcadico, idealizzando il paesaggio e i suoi abitanti; utile per la coesione interna ma anche per lo sviluppo del turismo internazionale sulle nostre montagne. «Penso, afferma ancora Noémie Etienne, che la storia coloniale svizzera sia tutta da scoprire.
È il lavoro minuzioso che sta svolgendo ad esempio l’Università di Neuchâtel e che serve a fare chiarezza sulle polemiche relative a statue e nomi di vie oggi contestate, come è stato il caso per de Pury». David de Pury era nato agli inizi del ’700 e aveva fatto fortuna con il traffico di diamanti e legnami pregiati importati dal Brasile, terminando la sua carriere come banchiere della corona portoghese.
Una mostra, frutto di una ricerca universitaria finanziata dal Fondo Nazionale della Ricerca e durata quattro anni, ci confronta quindi con temi importanti: il rapporto tra culture diverse e in particolare quello della Svizzera con gli altri paesi e all’interno della società è di grande attualità, dal momento che per capire la complessa realtà odierna bisognerebbe prima conoscere il passato in tutti i suoi aspetti, positivi e meno edificanti.

Dove e quando
Exotic? Regarder l’ailleurs en Suisse au siècle des Lumières. Losanna, Palais de Rumine. Orari: ma-do 10.00-17.00. Fino al 28 febbraio 2021. palaisderumine.ch
L’esotismo? È negli occhi di chi guarda
Al Palais de Rumine di Losanna l’esotismo in Svizzera, ieri e oggi
/ 02.11.2020
di Marco Horat
di Marco Horat