I cambiamenti possono generare disorientamento. Il progresso tecnologico porta spesso a ridefinire mercato, competenze, obiettivi e profili professionali con accelerazioni sorprendenti. Assistiamo così a piccole e grandi rivoluzioni che sostituiscono abitudini e rimodellano la quotidianità. Ne è un esempio anche il mondo radiofonico con l’avvento della cosiddetta visual radio, la radio che si vede. In alcune fasce orarie certi canali televisivi mostrano infatti conduttori ripresi in azione fra momenti informativi e intrattenimento finché non parte il palinsesto tv, talvolta con brusche cesure o con l’inserimento di sigle. In altre situazioni ecco che può aiutare un cambiamento vero e proprio.
Come nel caso di Radio Ticino, emittente privata con sede a Locarno, fondata nel 1997 da Oscar Acciari, Marcello Tonini e Fabio Bacchetta Cattori. Dallo scorso 4 ottobre ha optato per una versione televisiva (radioticino.com). Un cambiamento per certi versi storico e unico nel panorama svizzero. L’emittente ora si chiama Radio Ticino Channel (RTC) e oltre a mostrare i conduttori in azione propone video musicali 24/7.
Ma com’è stato vissuto il cambiamento all’interno? Risponde Matteo Vanetti, 44 anni, il direttore: «All’inizio molti erano preoccupati e non sapevano come affrontarlo. Ma già dal giorno successivo i conduttori hanno iniziato a guardare in camera e a parlare come se il pubblico fosse davanti a loro».
Alla radio da 25 anni, Vanetti ha iniziato da ragazzino pulendo i mixer, ascoltando, coltivando la passione fino ad arrivare alla direzione artistica: «Siamo una radio piccola, con 30 persone che lavorano e che oltre ad andare al microfono si occupano di altri aspetti, come il marketing, la vendita. Non è una televisione vera e propria ma nell’ambito delle automazioni abbiamo adottato soluzioni originali come ad esempio i cambi-camera, dettagli che sono stati molto apprezzati».
La radio a chi appartiene? «Al 51% alla fondazione di Diario e/o Tazebao ma nel consiglio di amministrazione ci sono anche La Regione, Tio, MediaTi e altri minori». Qual è il vostro target? «È il pubblico adulto dai 30 in su per un’offerta musicale a rotazione con più brani del passato, canzoni conosciute e qualche novità in meno. 7000 titoli che ho montato personalmente: un video sincronizzato con il brano originale».