Le streghe che streghe non erano

In giugno inizieranno le riprese di Stryx, la serie web in sei puntate di Camila Koller e Thania Micheli che vuole sondare il ruolo avuto dall’Inquisizione nelle nostre terre
/ 29.03.2021
di Daniela Delmenico

Nel loro manuale per la caccia alle streghe, il Malleus Maleficarum, del 1487, i domenicani Institor e Sprenger scrivevano che «la credenza che esistono esseri quali le streghe è parte così essenziale della Fede cattolica che il sostenere ostinatamente l’opinione opposta sa manifestamente di eresia». L’idea che esistessero donne che, dopo aver rinnegato la fede e aver stretto un patto con il diavolo, praticavano magia oscura divenne all’epoca estremamente diffusa. A queste donne erano attribuite sciagure e incidenti di ogni tipo: malattie, morti, ma anche raccolti scarsi e animali che fuggivano dai loro recinti.

Dal Cinquecento, si intensificò dunque, in tutta Europa, il fenomeno della caccia alle streghe. Anche i baliaggi italiani che oggi costituiscono il Ticino furono teatro di numerosi processi e condanne: le difficili condizioni di vita degli abitanti di quelle terre, la povertà, l’alto tasso di mortalità e le condizioni climatiche spesso sfavorevoli trovavano una loro spiegazione nell’azione del demonio e delle sue «collaboratrici», le streghe. L’Inquisizione colpì dunque duramente anche il Ticino, e in particolare le sue zone più discoste e rurali, come le Tre Valli.

È questo il contesto nel quale è ambientata Stryx, una serie web in sei episodi ideata dalle attrici ticinesi Camila Koller e Thania Micheli, che narra, tra realtà storica e finzione, le vicende di due presunte streghe e dell’arrivo nel loro villaggio dell’arcivescovo Carlo Borromeo, figura chiave della lotta all’eresia nelle terre ticinesi della fine del Cinquecento. Come raccontano le due ideatrici, «la scelta della tematica nasce dall’unione di due aspetti: il nostro interesse per temi legati all’occulto e alla magia, e lo spunto dato da un volume che racconta le visite di Borromeo in Mesolcina e dunque la tematica storica locale, forse ancora poco conosciuta, del ruolo dell’Inquisizione nella Svizzera italiana».

Le due ideatrici spiegano che la scelta di distribuire la serie online risponde ad alcune necessità: «la prima è sicuramente quella di poter raggiungere anche un pubblico internazionale: in generale il nostro desiderio è quello di arrivare a sempre più persone senza paletti. Inoltre l’online, soprattutto nell’ultimo anno di pandemia, ha mostrato tutte le sue potenzialità, ed è la forma che, in vari ambiti, è diventata predominante».

Alla base del progetto vi è anche la promozione del territorio, con la scelta di location ticinesi, tra cui le valli Maggia e Bavona e la chiesa San Nicolao di Giornico, e il sostegno ad artisti locali: «abbiamo selezionato un cast di attori professionisti ticinesi, tra cui Flavio Sala, che vestirà i panni di Carlo Borromeo». Camila Koller e Thania Micheli spiegano che «il progetto è interamente indipendente: abbiamo a tal proposito creato un’associazione, la Kaylah Films, che ci permette di produrre autonomamente i nostri lavori».

L’idea, d’ispirazione anglosassone, è soprattutto quella di ridurre il più possibile le tempistiche di realizzazione: «il nostro obiettivo è quello di girare tra giugno e luglio. Al momento siamo a buon punto, dobbiamo solo occuparci di alcuni aspetti burocratici e soprattutto della raccolta fondi». Lavorare in maniera indipendente e con tempistiche rapide permette anche di contenere i costi, nonostante si tratti di un prodotto di qualità: «utilizziamo materiali di seconda mano, prestati, riciclati e, appunto, facciamo quasi tutto noi... però dei costi ci sono comunque. Per questa ragione, con l’intento di coinvolgere tutti coloro che lo desiderano e che credono nel nostro progetto, abbiamo creato un crowdfunding, che si può trovare sul sito www.eroilocali.ch/stryx».

Quella della caccia alle streghe è una tematica che, pur appartenendo a un passato lontano, è anche attualizzabile: «è un termine che oggi usiamo in molti contesti, legati alla discriminazione e alla paura del diverso, che nasce dall’ignoranza, proprio come cinquecento anni fa». In fondo, come scrisse Voltaire, «le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle».