Le scelte educative

Ne La culla degli obbedienti la giornalista Francesca Mandelli si china sui vantaggi e le insidie dell’educazione
/ 07.10.2019
di Giuseppe Curonici

All’inizio dell’educazione stanno alcune scelte importanti. Educare a essere liberi e responsabili, oppure a sottostare all’obbedienza in sé qualunque sia il suo contenuto. Trasmettere l’immagine del mondo attuale senza l’idea di miglioramenti e progresso, oppure proporre la crescita civile. Il libro di Francesca Mandelli è istruttivo, chiaro e utile. Il cuore del problema è rendersi conto di quali sono i modelli di pensiero e di vita che vengono trasmessi nella famiglia, nella scuola, nella politica.

Quale educazione vogliamo: coltivare persone capaci di pensare con la propria testa, o semplicemente obbedienti a un potere preesistente qualsiasi? Si chiede più educazione. Sì, ma quale? L’educazione è una forza benefica costruttiva, ma può contenere anche abuso di potere, prepotenza esplicita o peggio ancora nascosta, velata, insinuante. Il potere vuole soprattutto mantenere se stesso, piega l’educazione a fabbricare obbedienza, non ama lo spirito critico. Nella scuola preferisce un’istruzione strumentale tecnica, l’addestramento ad alcune abilità professionali, non vuole la libertà di pensiero approfondito. Il libro di Francesca Mandelli sviluppa questi temi mediante sei interviste ad altrettanti studiosi, con introduzione e conclusione dell’autrice.

Francesca Rigotti discute tra l’altro del concetto di cultura illuminista. Educazione e politica sono collegate. L’illuminismo propone riforme che non sono totali ma comunque hanno donato al mondo un progresso enorme, grandioso. Affermazioni perfettamente lodevoli! Ad esempio, per i colpevoli di reati si elimina la tortura e si ricorre al carcere o alle multe, si pensa alla rieducazione e alle riforme politiche e sociali. (Qui apriamo una parentesi riguardante la religione. Secondo il cristianesimo l’uomo è peccatore e ha bisogno di essere guidato dal male al bene. Ma nello stesso tempo l’uomo è anche immagine e somiglianza di Dio, non si deve mancargli di rispetto: voi padri non esasperate i figli, affinché non si scoraggino. Inoltre bisogna distinguere tra obbedire al bene oppure obbedire al male, a Dio oppure al denaro). 

Paolo Perticari svolge l’argomento tremendo della Pedagogia Nera. Il bambino maltrattato e umiliato riversa la propria rabbia altrove, all’esterno, gli hanno tolto il coraggio di guardare la realtà, e si sforza di idealizzare i suoi genitori. Attraverso la manipolazione pedagogica il bambino intimidito e suggestionato subisce una coercizione psicologica deformante che lungo le generazioni annoda la catena invisibile del male (pp. 35, 49).

Maria Rita Mancaniello sotto il titolo Ridefinire gli orizzonti ci mostra che i cambiamenti storici dell’età contemporanea non sono soltanto un succedersi di avvenimenti puntuali e circoscritti, ma trasformazioni profonde dell’impianto della civiltà: industrializzazione, consumismo, globalizzazione, pluralismo filosofico e religioso, nuovi usi e costumi. A p. 68 segnala «già negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso… il concetto di svolta epocale». Forse sarà consentito dire che il concetto di svolta epocale risale almeno al tempo delle avanguardie culturali tra Ottocento e Novecento. L’espressionismo tedesco parte nel 1905, Picasso nel Cubismo 1906 accoglie l’arte e la cultura africana, il più esplicito è Marinetti che di fronte alle macchine e alla velocità lancia il Futurismo il 20 febbraio 1909, ecc. 

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, con Figli, istruzioni per l’uso guarda all’interno della famiglia. Per i giovani è essenziale costituire la propria identità, per i genitori può essere arduo gestire il distacco dei figli, devono metterci riflessione e consapevolezza, sostenere disagio e sofferenza. Il progetto educativo è contrastato dal mercato che vuole consumi e denaro.

Olivier Maurel si occupa di Violenza educativa. Le punizioni corporali non educano, semplicemente impongono. La violenza punitiva induce il bambino a subire botte schiaffi ecc. perché il bambino è sollecitato ad accettarli a causa della sua dipendenza dai genitori e dallo stesso suo affetto; poi la violenza si riverserà sulla prossima generazione, a catena.

L’ampio intervento di Francesco Codello A scuola di… considera i problemi della scuola unificandoli attorno alla persona del ragazzo da educare. La disciplina, l’acquisizione del sapere, la preparazione alla vita professionale, non sono prioritariamente l’esecuzione di uno schema esterno imposto dalle usanze ma devono scaturire dall’interiorità propria del ragazzo. 

Francesca Mandelli nella considerazione conclusiva ricorda che il condizionamento ha successo se chi lo subisce non se ne accorge; perciò occorre smascherare i meccanismi manipolatori nei quali siamo immersi e nei quali immergiamo inconsapevolmente i nostri figli. Noi aggiungiamo: anche qui, ancora una volta, la verità migliora il mondo.

Bibliografia
Francesca Mandelli, La culla degli obbedienti – Un’inchiesta sui rapporti tra educazione e potere, Casagrande, Bellinzona, 2018