Forse non tutti sanno che il Museo nazionale svizzero è distribuito su quattro sedi, ossia un centro di ricerca e tre musei. Nel comune zurighese di Affoltern am Albis è ubicato il moderno Centro delle collezioni con 860mila oggetti e i laboratori di fotografia, conservazione e restauro. La sede espositiva più grande, da poco rinnovata e ampliata, è a Zurigo accanto alla stazione centrale ed è conosciuta anche da noi con il nome tedesco di Landesmuseum; a Prangins, sulle rive del Lemano vodese, troviamo il Château de Prangins e nella cittadina di Svitto il Forum della storia svizzera. Le tre sedi museali, oltre a esibire le loro collezioni permanenti di storia, arte e cultura svizzere, organizzano mostre temporanee di vario genere che riguardano il nostro territorio. Ma, addentriamoci nel museo svittese.
Il museo di Svitto e la mostra permanente
A cinque minuti di bus dalla stazione ferroviaria, nel centro storico della città di Svitto troviamo il Forum della storia svizzera, così si chiama lo spazio che accoglie l’esposizione permanente dedicata alle origini della Confederazione. Aperto nel 1995 in uno stabile ristrutturato che un tempo era granaio e arsenale, il museo vuole rispondere a questo triplice interrogativo: «Dove, come e quando è nata la Svizzera?». Ecco spiegato perché l’itinerario storico centra l’attenzione solo sul periodo che va dal XII al XIV secolo, periodo che è presentato su tre dei quattro livelli dello stabile, quello sotterraneo è riservato alle mostre temporanee.
Si comincia dall’alto, un cammino tra le cime delle montagne che permette di scorgere un’ampia porzione del Vecchio Continente. Infatti, nei locali del secondo piano sono presentate le vicende dell’Europa centromeridionale che fanno da contesto geopolitico al formarsi del territorio nazionale. La Svizzera nacque in seno al Sacro Romano Impero a partire dal Duecento, epoca di imperatori che concedevano diritti territoriali a nobili e cavalieri nelle località a ridosso delle Alpi centrali.
Con alcuni documenti veri e altri riprodotti, avvalendosi di moderni sistemi digitali e interattivi, i fatti storici sono esposti nelle tre lingue nazionali e in inglese. L’importanza dei monasteri e gli amanuensi, la nascita delle università e lo studio delle sette arti liberali, l’introduzione delle cifre indoarabiche e i primi libri contabili, lo sviluppo economico e l’aspirazione autonomista di alcune città dell’impero sono i primi argomenti che coinvolgono il visitatore.
Una rampa di scale ci porta poi al primo piano, il campo visivo si restringe agli scambi commerciali a lunga e breve distanza; protagoniste sono le vie di transito attraverso l’arco alpino, primariamente la «Via delle genti» che valica il San Gottardo a partire dal XIII secolo e che comporta la circolazione di persone e mercanzie con nessi e connessi: sentieri e mulattiere, soste e ospizi, dazi, somieri, mercati, fiere, denari, cambiavalute e il protettore dei viandanti San Cristoforo.
Su questo piano spicca per bellezza la «Schwarze Stube», il soggiorno del 1311 salvato appena in tempo durante la demolizione di una casa tipica svittese. Come alcuni borghi italiani, in quel periodo anche le comunità a nord delle Alpi cercano e pretendono una certa autonomia decisionale; nasce così il primo nucleo confederato cui gli Asburgo cedono i propri diritti e, superando varie difficoltà, i primi cantoni svizzeri cominciano a deliberare su questioni di governo locale (Landsgemeinde, Patto del 1291).
Scendiamo ancora e arriviamo al piano terra dove ci accoglie una mucca morta, indizio delle numerose faide interne alle comunità vallerane che rendevano insicura la vita degli abitanti e delle loro proprietà, un grosso problema che poi i cantoni hanno saputo risolvere. Entriamo quindi in una fitta selva oscura allestita di proposito per ricordare che la Svizzera è nata nei cantoni forestali. I tronchi si aprono e mostrano delle vetrine che spiegano l’evolversi della storia patria con le alleanze tra i cantoni per arginare gli Asburgo nella battaglia di Sempach del 1386.
Quasi cent’anni dopo questo decisivo conflitto viene pubblicato il Libro bianco di Sarnen, redatto dal cancelliere di Obvaldo, dove sono narrati i tre miti fondatori svizzeri, una sorta di Trinità laica con la leggenda di Guglielmo Tell (campione della libertà), il giuramento del Grütli e le gesta di Arnold von Winkelried, eroe a Sempach. Le risposte alla domanda iniziale comprendono pure i miti, i quali contribuiscono a creare il pathos attorno a una nazione, consolidano le comunità e giustificano l’autodeterminazione, anche loro devono essere conosciuti purché non vengano confusi con la verità dei fatti. E alla fine dell’itinerario, per la gioia dei bambini… da zero a cent’anni, ci sono vesti, armature e scudi finti per un simpatico quadretto in fogge da cavaliere a ricordo della visita.