Il 7 dicembre del 2015 a Broadway il Duca Bianco faceva la sua ultima apparizione in pubblico. Gravemente ammalato – ma a quel tempo nessuno lo sapeva – con il brano e il musical Lazarus portava in scena la sua morte. Considerata a posteriori «il suo regalo d’addio al mondo» Lazarus – grandiosa opera rock scritta insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh – si potrà ora assaporare al LAC il 18 e il 19 maggio alle 20:30 nella versione italiana che vede protagonista Manuel Agnelli – cantautore e storico frontman degli Afterhours.
Oltre a lui, nella versione italiana curata da Valter Malosti e coprodotta dal LAC, ci sono anche Casadilego e Michela Lucenti insieme a un cast di undici interpreti e una band di sette musicisti. «Guarda qui, sono in paradiso / Ho cicatrici che non si vedono / Ho il mio dramma, nessuno me lo può togliere / Tutti mi conoscono, adesso» recita la prima strofa di Lazarus, brano che naturalmente fa parte della pièce incentrata sulle vicende del migrante interstellare Thomas Jerome Newton, che avevamo conosciuto nel romanzo L’uomo che cadde sulla terra (1963) e la cui trasposizione cinematografica di Nicolas Roeg (1976), vide il Duca Bianco nei panni del protagonista in una delle sue migliori prove d’attore.
Come recita la locandina, nella versione di Bowie e Walsh l’alieno è ancora sulla Terra, sempre più isolato dal mondo: rinchiuso nel suo appartamento, in preda ai fantasmi della sua psiche che mescola realtà e sogno. Prigioniero di sé stesso, vive sospeso al confine tra la vita e la morte: un moribondo che non riesce a morire; con la televisione accesa in un flusso continuo, i suoi pensieri sono intrisi del ricordo dell’amore per Mary-Lou, la cameriera conosciuta in un motel del New Mexico. I dialoghi visionari, surreali, neri e poeticamente grotteschi, con personaggi che forse sono proiezioni della mente delirante di Newton, si alternano alle canzoni. Bowie e Walsh hanno costruito una drammaturgia musicale frammentata e affascinante, che lega tra loro brani scritti appositamente per questa opera rock come Lazarus, oltre ai più grandi successi di Bowie, da Heroes a Life on Mars? fino a Changes.