«Un film su Lara Gut». Questo c’è scritto sul trailer di lancio del film Looking For Sunshine. Il documentario di Niccolò Castelli, è una nuova versione del filmato passato alla RSI lo scorso febbraio. Un docufilm diverso da quello televisivo, come ci ha detto Castelli, e che punta molto di più sulla psicologia e sull’emotività della sciatrice di Comano. In sostanza cerca di far capire che cosa significhi essere una persona eccellente nella propria professione e che cosa comporti ambire a raggiungere obiettivi altissimi. Con Looking For Sunshine siamo immersi – grazie alla camera a spalla del regista – in una sorta di fuori campo metaforico delle gare viste in tv.
Ma come fa Castelli? Semplice, seguendo la campionessa da vicino durante gli allenamenti e il recupero. Con qualche incursione nella vita familiare. Il tutto è stato girato in un momento particolare come il periodo prima del famoso infortunio ai Mondiali di St. Moritz un paio di anni or sono. Nella versione tv questo drammatico fatto è molto più presente, in quella cinematografica Castelli percorre, dopo avere scelto tra 200 ore di girato, un’altra strada. Ci mostra soprattutto come la Gut riesca a gestire la pressione e le aspettative che tutti (tifosi, sponsor e team) hanno su di lei.
Castelli sta effettuando un percorso particolare con Lara Gut. Questo è, infatti, il suo secondo lungometraggio che la vede protagonista. Il primo fu Tutti giù, uscito nei cinema nel 2012. Ma quella era una fiction, un film di formazione: per lui e per lei. Qui invece siamo nella vita vera. Immersi – tra scarponi, occhiali e caschi – nel famoso circo bianco.
Non siamo sicuri che Castelli sia riuscito nell’intento. Sicuramente la sua è un’operazione di umanizzazione di una sportiva internazionale. Una ragazza diventata grande velocemente e una donna che deve gestire da sola un’incredibile pressione. E tra gli scopi, forse, c’è anche quello di rendere più simpatica Lara Gut, la quale a volte (soprattutto dopo una sconfitta), è apparsa un po’ indisponente verso i giornalisti e quindi verso i suoi fan. Anche la recente decisione di eliminare alcuni profili social, ci permettiamo di dirlo, non l’avvicina di certo al pubblico.
A livello cinematografico il documentario di Niccolò Castelli è girato con professionalità e in modo corretto, seppure forse un po’ scolastico. Infatti l’impressione che lascia è quella di fermarsi alla superficie. Sia nei rapporti con chi circonda Gut sia nelle sensazioni che prova. Da questo punto di vista è un’occasione persa. Per questo crediamo che Looking For Sunhine sia sì un film su Lara Gut, ma dal quale emerge molto la sciatrice e poco la donna. E alla fine della visione non cambia molto l’opinione che si ha di lei. Il docufilm ha comunque un pregio importante: quello di lasciare negli archivi la testimonianza di una campionessa ticinese che passerà alla storia.