Il futuro è donna. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Chissà. Speriamo, verrebbe da dire, in un presente che è ancora tanto uomo. Ora il collettivo Controparola, un gruppo di giornaliste e scrittrici italiane nato per iniziativa di Dacia Maraini, con un nuovo libro intitolato Donne al futuro (ed. Il Mulino) si cala «dentro la fabbrica del futuro» per «capire in concreto in quale direzione stia andando il nostro tempo. Sapendo che in molti casi ancora, il protagonismo femminile è di per sé una novità che muta gli scenari». Il collettivo ha già indagato il passato con diverse pubblicazioni dedicate alle Donne nel Risorgimento, Donne nella Grande Guerra, Donne della Repubblica, Donne del Sessantotto. L’attenzione delle autrici ora si rivolge al presente per incontrare 16 personalità che, ognuna nel proprio ambito, stanno plasmando l’oggi con uno sguardo che è ben puntato al futuro, perché chi si muove con genialità, creatività e forza nel presente è già un passo avanti, è già nel futuro.
Gli ambiti in cui questi talenti femminili si esprimono sono molteplici: si va dal mondo dell’arte con la street artist AliCè (Alice Pasquini) alla scienza con l’astrofisica Marica Branchesi, dallo sport con la calciatrice Sara Gama e la campionessa parolimpica Bebe Vio alla scuola con la maestra Barbara Riccardi finalista al Global Teacher Prize a Dubai, dalle ricercatrici del Centro medicina di genere dell’Università di Ferrara alla virologa Ilaria Capua che in questo ultimo anno abbiamo imparato a conoscere nelle tante interviste rilasciate sul virus che da un anno attanaglia le nostre vite.
Nel libro compaiono anche Paola Antonelli, senior curator del Dipartimento di Architettura e design del MoMA di New York; Francesca Bria definita la «Robin Hood dei dati» impegnata a portare avanti un importante concetto di «umanesimo tecnologico; Silvia Colasanti, compositrice e direttrice d’orchestra; Ilaria Cucchi, coraggiosa sorella che ha combattuto una lunghissima guerra legale per ottenere la verità sulla morte del fratello Stefano; Emma Dante, prolifica e talentuosa autrice di testi per il teatro oltre che regista; Rita Giaretta, o meglio suor Rita, fondatrice di Casa Rut a Caserta dove vivono ragazze tolte dal giro della prostituzione; Giuseppina, giovane donna di ’Ndrangheta ribellatasi alla famiglia; Eliana La Ferrara, economista, dirige il Laboratory for Effective Anti-poverty Policies; l’organizzazione Nosotras (coordinata da Laila Abi Ahmed e Isabella Mancini), associazione interculturale che ogni giorno lotta contro la violenza sulle donne sostenendole in un percorso di autoconsapevolezza e indipendenza.
Le storie e i ritratti che ci regalano le giornaliste e scrittrici autrici del libro sono appassionanti, a volte sorprendenti, in alcuni casi svelano tratti privati delle protagoniste, l’infanzia, i rapporti familiari, gli amori, i sogni, gli studi, i colpi di fortuna, le sofferenze e le difficoltà incontrate durante percorsi non sempre lineari. Storie da leggere, da raccontare alle proprie figlie, nipoti, allieve per renderle fiduciose e consapevoli delle loro possibilità e della loro creatività, senza nascondere la sfida che corre sottotraccia in tutti i percorsi delle donne, quella della parità di genere.
Il libro si chiude con un ritratto dedicato a Agitu Ideo Gudeta, attivista etiope e bio-imprenditrice sulle montagne del Trentino dove è stata uccisa nel dicembre scorso da un lavoratore stagionale ghanese. Un ritratto che ci ricorda come il presente per tante donne sia ancora troppo duro anche per quelle il cui sguardo è già nel futuro.