La sorpresa di un nuovo Ciaikovskij

Appuntamento con l'Orchestra della Svizzera Italiana il 30 settembre
/ 27.09.2021
di Enrico Parola

Dopo Brahms, Čiajkovskij. La stagione 2021-22 sarà come da tradizione dell’Orchestra della Svizzera Italiana aperta ad autori, generi ed epoche diverse, ma avrà come fil rouge l’opera sinfonica del compositore russo. Il direttore musicale Markus Poschner promette sorprese: non sarà un Čiajkovskij di routine, chi verrà al LAC non avrà l’impressione del «già sentito»: le interpretazioni si baseranno sulla nuova edizione critica curata dal musicologo tedesco Christoph Flamm e appena data alle stampe, un’edizione che permette di immergere anche i grandi capolavori sinfonici in una dimensione nuova, più cameristica, capace di far risaltare sfumature e dettagli spesso sommersi, soffocati dalle masse sonore delle esecuzioni «monumentalistiche» cui ha abituato la tradizione russo-sovietica abbracciata poi da direttori e orchestre mitteleuropei.

Il 30 settembre Poschner darà subito saggio di questa inedita prospettiva affrontando una delle più popolari, amate ed eseguite sinfonie, la Quinta. Poschner non è nuovo a queste sfide – perché di vera e propria sfida, culturale, interpretativa e tecnica si tratta – e chi da anni segue l’OSI si ricorda come lo stesso percorso sia stato fatto con Rileggendo Brahms, come titolava l’integrale sinfonica dell’amburghese presentato anch’esso attraverso una prospettiva cameristica filologicamente motivata: i risultati di quel cimento furono straordinari, come ancora si può constatare ascoltandone l’incisione realizzata per Sony. Un Brahms intimo, lontano dall’enfasi, le cui architetture diventavano miracolosamente trasparenti rivelando i dialoghi interni tra i diversi strumenti e i movimenti melodici sottostanti alle linee abitualmente più evidenti.

Aspetto ulteriore della sfida: se in questi decenni la filologia musicale ha riportato in auge gli strumenti dell’epoca e cambiato le prassi esecutive soprattutto del barocco e del classicismo, arrivando negli ultimi anni a Beethoven (basti pensare alle sinfonie eseguite da Jordi Savall) o Mendelssohn, con Čiajkovskij l’OSI compie un balzo decisamente in avanti, e quindi tanto più ardito. È evidente quindi come siano grandi la curiosità e l’attesa per questo progetto che proseguirà a dicembre con la Prima sinfonia e il Concerto per violino, a febbraio con la Sesta sinfonia e a marzo 2022 col Manfred. Un interesse confermato dai cento nuovi abbonati, che si aggiungono ai tanti che hanno rinnovato la loro fedeltà all’attività dell’OSI; un interesse che si somma probabilmente anche alla grande voglia di tornare a godere dal vivo il grande repertorio orchestrale.

Completa il programma la terza Kammersymphonie di Sulcham Nassidse, da Poschner riscritta e titolata Traces to nowhere.