La rivincita della platea

Convincenti segnali di ripresa
/ 31.01.2022
di Giorgio Thoeni

Il pubblico ha bisogno di teatro e quando gli viene messo a disposizione si lascia piacevolmente catturare. Lo sta dimostrando in questo periodo una platea non più sottomessa a regole di distanziamento ma che, certificato permettendo, può ormai accedere in sala liberamente. Sull’arco di nemmeno una settimana la stagione del LAC ha proposto spettacoli che in qualche modo dimostrano un’apparente ripresa. Già a partire dal passaggio al Teatro Foce di Il nulla – The Void, spettacolo che qualche anno fa siglò il debutto alla regia di Massimiliano Cividati.

Definito al contempo lacerante e divertente, seppur rappresentativo di un processo creativo originale, ci è però sembrato accusare qualche segno di vecchiaia. Basato sul tema della rimozione, Cividati ha lavorato su una struttura narrativa non tradizionale e sul modello di una play list dove situazioni e azioni accompagnano il physical theater dei protagonisti in un racconto a spirale nel grottesco della ripetizione, metafora del rischio di lasciare la vita imprigionata in un vuoto incolore. Cinque valenti attori hanno offerto un bell’esempio sulle regole per stare in scena.

Un affollato raduno di famiglie ha poi accolto Alice nel paese delle meraviglie della Compagnia delle Formiche nella grande sala luganese. Un gran classico del reverendo Carroll adattato a musical da Andrea Cecchi e Alessio Fusi attorno a siparietti ad effetto per gli affascinanti incontri di Alice con il Bianconiglio, la Regina di Cuori, il Bruco e gli altri. Una sonorizzazione imperfetta ha purtroppo spesso coperto le voci cantate e recitate di un allestimento concepito per i bambini. Anche se, da quel punto di vista, il successo non è mancato. Ma continuiamo a rimpiangere la Compagnia della Rancia di Saverio Marconi.

Ciliegina sulla torta, le ultime righe le vogliamo dedicare a Christoph Marthaler tornato sulla scena del LAC con Aucune idée (Nessuna idea). Già nel titolo il geniale autore, regista e musicista zurighese si propone di destabilizzare il senso comune dello spettatore. Quasi come se l’assenza di un vero titolo volesse suggerire il soggetto dello spettacolo: la lacuna. Marthaler dedica la sua assurda esplorazione sul deficit di conoscenza a Graham F. Valentine, l’eccezionale attore e cantante scozzese che lo ha accompagnato sin dagli esordi in scena con Martin Zeller al violoncello. Ripetizioni, dialoghi insensati e surreali per uno straniamento che allontana dagli schemi mentali del teatro di parola rimettendo al centro l’avanguardia. Un gioiellino!