Dove e quando
Stefano Boccalini, La raison entre les mains, Ginevra, Maison Tavel; fino al 27 giugno. institutions.ville-geneve.ch


La ragione di Boccalini

Arte e artigianato molto spesso si trasformano in un binomio in cui le parti si arricchiscono a vicenda
/ 14.06.2021
di Ada Cattaneo

Strano luogo la Val Camonica: in apparenza chiuso e spopolato, ma in realtà esempio perfetto del fiorire nascosto delle culture alpine. Dalle incisioni rupestri di epoca preistorica, che furono realizzate su un arco di otto millenni e valsero all’Italia il suo primo sito Unesco, alla ricchezza di risorse minerarie, che in età moderna avrebbero alimentato il fabbisogno di metallo di Milano e Venezia per la produzione di armi.

Come in ogni vallata alpina, anche qui l’artigianato rispondeva ai bisogni primari del vivere e del produrre e al contempo anche alle necessità di espressione delle popolazioni. Non sorprende allora che oggi sia un artista – Stefano Boccalini – a dirigere il Centro di comunità per l’arte e l’artigianato della montagna in Val Camonica e che egli abbia scelto di lavorare proprio sui temi delle produzioni locali per la sua mostra presso la Maison Tavel, sede espositiva dedicata alla storia della vita quotidiana attraverso i secoli afferente al Musée d’art et d’histoire di Ginevra.

Curata da Adelina von Fürstenberg, già fondatrice del Centro d’arte contemporanea della città, l’esposizione riunisce opere realizzate da Boccalini insieme ad artigiani della Val Camonica specializzati nelle tecniche dell’intarsio e dell’intreccio, della tessitura e del ricamo. Ad accompagnare le produzioni sono stati coinvolti apprendisti interessati a mantenere produzioni e lavorazioni altrimenti in via di scomparsa.

Se il linguaggio è quello delle pratiche produttive tradizionali, il lavoro sui contenuti delle opere è stato invece svolto a partire da venti parole intraducibili da lingue straniere: termini che raccontano del rapporto fra uomo e natura, provenienti dal norvegese o dalla lingua degli aborigeni australiani, dall’hawaiano o dal filippino, ma che non abbiano un corrispettivo in altri idiomi. Un esempio: la parola araba «gurfa» significa la quantità di acqua che si riesce a tenere nel palmo di una mano, immagine efficace per indicare ciò che è molto prezioso.

L’interesse degli artisti per l’artigianato non è cosa nuova né insolita. Il movimento Arts and Crafts si era sviluppato in Inghilterra già negli ultimi decenni dell’Ottocento individuando nelle arti applicate la via per resistere alla standardizzazione del prodotto e alla perdita di creatività determinata dall’industria. Alcuni decenni più tardi il piano di studi del Bauhaus si caratterizzava per laboratori pratici di falegnameria, ceramica, tessitura e molto altro. Si tratta quindi di una linea di ricerca che offre precedenti davvero significativi. Nel lavoro di Stefano Boccalini per la mostra La ragione nelle mani l’interessamento per le tecniche tradizionali non si risolve nell’opera finita. Il valore dell’esperienza si sposta piuttosto nella circolazione di saperi che l’artista riesce a mettere in atto.