La nuova stagione dell’Orchestra

OSI - Presentato il cartellone concertistico che si aprirà il 1. ottobre prossimo
/ 13.07.2020
di Enrico Parola

In questi mesi segnati dalla pandemia anche il mondo musicale ha vissuto chiusure, timori e dubbi su un futuro che appena un paio di mesi fa sembrava fosco: si parlava di riaprire teatri e sale da concerto a dicembre se non addirittura nella primavera 2021. La ragioni ideali che richiamavano l’importanza della bellezza e della cultura si sono intrecciate con quelle sociali ed economiche, col rischio disoccupazione per artisti, musicisti e maestranze attive nel mondo dello spettacolo.

Ad oggi le previsioni sono decisamente più ottimistiche, tanto che l’Orchestra della Svizzera italiana ha potuto presentare la stagione 2020-21 che la vedrà impegnata per dieci serate al LAC e quattro in Auditorio RSI: un cartellone ambizioso che avvicina talenti emergenti a stelle del firmamento musicale, i capolavori più popolari a pagine rare. Ma prima ancora di dettagliare le scelte artistiche, impressiona la prospettiva attraverso cui il direttore musicale dell’Osi Markus Poschner guarda alla stagione, spingendosi ben più nel profondo rispetto al semplice sollievo di poter tornare a suonare davanti a un pubblico numeroso.

«In questo periodo d’emergenza siamo stati chiamati senza preavviso a un confronto diretto, senza sconti, con noi stessi. Tutt’a un tratto l’essenza più profonda della nostra esistenza è divenuta visibile come mai prima, ognuno è inevitabilmente rimasto solo con se stesso e con tutta una serie di domande fondamentali: cosa è importante per me? Cosa mi serve effettivamente per vivere? A che cosa non posso rinunciare? Viviamo collettivamente questa crisi anche come una grande domanda di senso, come qualcosa che ci faccia finalmente aprire gli occhi: in fin dei conti come uno specchio di noi stessi».

Mettendo in guardia da un possibile «puritanesimo della salute» come reazione al Covid-19 («finiremo per mantenerci sani e sicuri, ma la nostra vita ne risulterà completamente impoverita. Nessuno vuole dire che la nostra sicurezza sanitaria non abbia la massima priorità, ma le emozioni non sono da meno»), Poschner rivendica il ruolo della cultura, «che non sarà necessaria alla mera sopravvivenza, ma è senza dubbio rilevante per l’essere umano come tale: noi umani tendiamo inevitabilmente ad andare oltre lo stretto necessario per vivere»; per questo «non possiamo più aspettare a presentarci sulla scena e suonare finalmente di nuovo per il nostro pubblico».

«L’essenziale è invisibile agli occhi», sosteneva Saint-Exupéry nel Piccolo principe, e la musica sa dare corpo invisibile ai sentimenti e agli aneliti più profondi e sinceri dell’animo umano. Nella lirica pochi lo hanno saputo fare come Verdi e Rossini, che Poschner omaggerà nel concerto inaugurale del 1° ottobre, con un’ampia antologia di ouverture, da Nabucco fino ai Vespri siciliani e La forza del destino, e in quello conclusivo del 15 aprile, con le sinfonie da La gazza ladra fino all’immancabile Guglielmo Tell; il maestro tornerà al LAC il 2 dicembre, per guidare non solo l’Osi ma anche l’orchestra del Conservatorio ne Le sacre du printemps di Stravinskij e ne La valse di Ravel, e l’11 febbraio per accompagnare Francesco Piemontesi nel Concerto per pianoforte n. 1 di Brahms.

Dopo aver sorpreso e conquistato pubblico e orchestra al suo debutto luganese, ospite della serie «Play&Conduct in Auditorio», François Leleux salirà sul podio dell’Osi a ottobre per accompagnare nel Concerto K 488 di Mozart Alexandra Dovgan, bimba prodigio lanciata da giganti come Gergiev e Sokolov: ha 13 anni e si esibisce con le maggiori orchestre da tre stagioni; Leleux raddoppierà a novembre, per la Terza sinfonia di Brahms e il Concerto n. 4 di Paganini, solista Sergej Krylov. Doppio appuntamento anche per Krisztof Urbański, che a marzo omaggerà Saint-Saëns nel centenario della morte (Secondo Concerto per pianoforte, solista Alice Sara Ott) e Ciajkovskij, con la Quarta sinfonia e il Romeo e Giulietta. Torna Charles Dutoit, che il 25 febbraio continuerà con Pulcinella il suo percorso su Stravinskij.