«In questi dieci anni abbiamo condiviso il palco con più di mille gruppi provenienti da tutto il mondo che fanno musica originale, personale e ispirata; abbiamo chiacchierato con loro, ascoltato la loro musica, abbiamo cenato insieme. A volte siamo rimasti in contatto, altre no; a volte è stato bellissimo e altre no. Ma anche quando non c’era feeling la serata non andava mai male per davvero. È una questione di rispetto reciproco, perché si sa cosa vuol dire cavarsela, ricercare una propria identità musicale, trovare un abito sonoro che vesta la propria urgenza espressiva. Ognuno di noi era sempre consapevole di cosa significasse agire senza rifarsi a musiche del momento o a schemi già noti; creare senza imitare nessun altro».
Se fossimo in un’epoca in cui i manifesti artistici avessero ancora senso – e soprattutto avessero ancora un appeal – questo potrebbe e dovrebbe essere uno dei più lucidi manifesti della nuova scena musicale della Svizzera italiana. Non a caso a proferirlo è Aris Bassetti – frontman del gruppo Peter Kernel, ghostman del gruppo Camilla Sparksss e demiurgo dell’etichetta On the Camper Records, la più premiata realtà produttiva della nostra regione – sulla base della propria decennale esperienza tra i palchi d’Europa e Nord America.
Ma il contesto non è quello dei manifesti o dei proclami, perché nelle parole di Bassetti non c’è nulla di profetico né tantomeno di sobillatorio: il suo è un flusso di coscienza su dati di fatto, che risponde alla semplice domanda «cosa vi è saltato in mente?». Cosa vi è saltato in mente di creare un festival come La Tessinoise, vero e proprio ricettacolo di musiche non convenzionali all’interno della grande famiglia popular? Cosa vi ha spinto a integrare così tante proposte ticinesi in una terra come la nostra, da sempre musicalmente esterofila? Chi ve l’ha fatto fare di invitare alcuni tra i maggiori operatori nazionali ed europei, mettendo in gioco la credibilità che personalmente vi siete guadagnati – in anni di dura gavetta – a favore dell’intera scena locale?
Curiosità più che legittime, che possono però essere spiegate solo con un passo indietro. «Nel 2016 abbiamo deciso di festeggiare i dieci anni dell’etichetta On the Camper con un nostro festival: due sere al Foce di Lugano con le band a noi vicine per estetica e amicizia. Per condividere sia l’anniversario sia il valore di questa scena svizzero-italiana avevamo deciso di invitare alcuni dei più importanti operatori europei del nostro settore musicale.
Per molti di questi – giornalisti, promoter, booker e rappresentanti istituzionali – era la prima volta in Ticino, e la prima volta a contatto con gruppi ticinesi diversi da Peter Kernel o Camilla Sparksss. E di sicuro era anche la prima volta che il Ticino si attivava in questo modo per far conoscere unitariamente la propria produzione musicale». Un’operazione pionieristica e forse anche azzardata, ma «il successo è stato sorprendente, nei numeri – due sere sold out – e nella riuscita qualitativa, sancita dall’esplicito apprezzamento di tutti gli ospiti convenuti dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia e dal resto della Svizzera, oltre che ovviamente dei molti ticinesi».
Malgrado lo sforzo organizzativo non indifferente, si è voluto ripetere l’esperienza anche nel 2017, con un titolo diverso – La Tessinoise – e senza più un legame diretto con l’etichetta: «per il programma abbiamo mantenuto un attento focus sul Ticino ma ci siamo anche aperti al resto della nazione e dell’Europa». Tratto distintivo della selezione musicale è quella di «proposte che – sulla base di una conoscenza diretta – stimiamo per l’attitudine, la ricerca musicale e l’intraprendenza. Qualità non solo musicali, perché un’espressione artistica efficace non si compone di sole note, ma anche di una visione più generale dello stare al mondo».