Il programma di manifestazioni
L'entrata del Castello

Anna

Anna, ho comprato un pezzo di terra,
ho un cavallo, una frusta e sollevo la polvere
e chiamo il vicino e gli tocco la spalla
oppure un altro, un sogno più piccolo,
io e te insieme abitiamo una stanza
e abbiamo vetri contro il vento e la pioggia
e un cuscino un po’ grande che basta per due;
guardami in faccia ho gli occhi castani.

Da: Tito Balestra, Quiproquo, Rizzoli, 1974


La fortezza della poesia

Itinerari artistici - A Longiano la Fondazione Tito Balestra conserva una collezione iconografica unica in Italia e l’archivio personale del poeta italiano
/ 30.08.2021
di Alessandro Zanoli

L’entroterra romagnolo, per chi cerca momenti di svago lontani dalla liturgia delle vacanze sulla spiaggia, offre numerosi spunti di scoperta. Le cime dei colli appenninici, così come succede del resto dal piacentino in giù, ospitano spesso castelli che attirano l’occhio del turista curioso. Amministrazioni comunali lungimiranti, in tempi recenti, sembrano aver captato questo interesse. Un’esempio tra i più affascinanti, in un arco di territorio che ospita peraltro altre significative offerte, è quello del Castello di Longiano, vicino a Cesena. Qui sono ospitate dal 1991 le opere pittoriche della Fondazione Tito Balestra Onlus, una raccolta di quadri e incisioni dalla fisionomia sicuramente unica nel panorama museale italiano.

Le bellissime sale della fortificazione, che è stata appannaggio nel corso dei secoli di importanti famiglie quali i Malatesta e i Borgia, ospitano oggi la collezione personale del poeta romagnolo Tito Balestra e di sua moglie, Anna Maria de Agazio. Balestra è un personaggio poco noto nel mondo della cultura italiana ma certamente uno tra i più interessanti, meritevole di maggiore riconoscimento. Attentissimo mercante d’arte, ha operato per molti anni nella Roma della rinascita economica, nel secondo dopoguerra. In quel clima di grande fervore creativo, che era stato del resto  favorevole alla nascita del cinema italiano di successo, aveva stretto forti contatti con molti giovani pittori emergenti. Dal suo punto di osservazione privilegiato, era riuscito a intercettare sul nascere molti dei loro lavori e a costituire un proprio patrimonio di opere significative.

Sono quelle che si vedono oggi esposte a Longiano e che forniscono un sorprendente spaccato iconografico di quell’epoca. I nomi degli autori sono reputati oggi tra i più autorevoli, Maccari, Rosai, Morandi, De Pisis, Guttuso, Vespignani, e accanto ad essi si ritrovano poi alcuni pezzi di grandi artisti come Matisse, Chagall, Kokoschka, Goya.

Visitando gli spazi del bellissimo castello si attraversa quindi un mondo di immagini affascinanti e significative che rendono pienamente merito al gusto e all’intuizione collezionistica di chi li ha raccolti. Balestra, che pure ha sempre tenuto a ricordare le sue origini popolari, è stato un uomo di cultura raffinatissimo. Lo testimoniano le sue opere letterarie, Quiproquo del 1974 e Se hai una montagna di neve tienila all’ombra del 1979, due libri di poesia pubblicati da Garzanti nella sua collana dedicata alla lirica.
Proprio le prime sale dell’allestimento di Longiano offrono al visitatore un ritratto di Balestra scrittore, attraverso l’esposizione di appunti, taccuini, ritagli di giornale. Ci sono anche alcune sue incisioni xilografiche, di impronta «popolaresca», che testimoniano persino di una sua capacità figurativa sicura e di ottimo gusto.

Basta poco, comunque, per farsi coinvolgere dalla scrittura di Tito Balestra. I suoi versi chiari e misurati, racchiusi in brevi strofe dall’apparente semplicità, mettono in luce la sua profonda capacità di osservazione del mondo. Il desiderio di recuperare valori autentici nelle relazioni, negli affetti e nell’esperienza quotidiana sembra il tema fondamentale del suo discorso lirico, racchiuso in flash folgoranti. Il suo lavoro è certo affine alla ricerca di molti poeti suoi conterranei, a partire da Tonino Guerra, il quale ha definito Anna, una delle liriche di Balestra, «la più bella poesia d’amore del 900 italiano».

Insomma, percorrendo gli spazi del castello di Longiano, in un curioso contrasto culturale tra gli ambienti antichi e il repertorio figurativo prepotentemente novecentesco, ci si stupisce ad ogni passo. Tra pittura e architettura, lascia senza fiato da un lato il loggiato con colonnine che si apre sulle colline e poi sul mare, dall’altro la bellezza e vivacità di una collezione assortita con un gusto unico. All’ultimo piano della torre, in una sorta di conclusione catartica, sono racchiuse testimonianze fotografiche dell’ultimo periodo di vita di Balestra e altre sue pubblicazioni d’arte. Scomparso a 53 anni, ha lasciato nelle sue Poesie di Liestal, scritte dalla clinica svizzera in cui era stato ricoverato, il suo ultimo gesto poetico.

Dove e quando
Fondazione Tito Balestra, Longiano (FC), Castello Malatestiano.
Info: 0039 054 766 58 50;
fondazionetitobalestra.org