Molti testi che precedono La trilogia della città di K., il romanzo più famoso di Ágota Kristóf (1935-2011), sono stati scritti in francese e in un certo senso testimoniano il suo incontro il teatro. Un processo iniziato già negli anni Settanta-Ottanta con alcune pièce che hanno anche avuto il pregio di conquistare i lettori svizzeri di area romanda e quelli francesi. Da alcuni mesi, quattro testi scritti nel 2008 dall’esule ungherese, neocastellana d’adozione, sono in libreria in versione italiana grazie alla traduzione di Marco Lodoli e alla pubblicazione dell’editore Casagrande che li ha riuniti in un unico volume dal titolo Il Mostro e altre storie.
Sono testi cupi, storie paradossali, talvolta macabre e grottesche, attraversate da comicità, ironia e circondate da quella caratteristica cornice attorno a personaggi confrontati con il potere, il male e con una – quasi necessaria – idiozia. Il Teatro Sociale di Bellinzona, con brillante tempismo, ha voluto produrre L’epidemia, forse la più strana di quelle pièce, affidandone la regia ad Alan Alpenfeldt.
Originariamente destinato a un vero e proprio allestimento, il regista ha fatto di necessità virtù adattandola a una lettura scenica animata da quattro attori. Una serie di suicidi scuote un villaggio messo in quarantena dopo che uno strano virus induce i suoi abitanti al suicidio. Un ignaro automobilista incappa nella zona e salva una giovane donna liberandola dalla corda a cui si era appesa nel bosco e se ne innamora. Attorno a loro c’è un medico avvinazzato uscito da I rinoceronti di Ionesco e dei pompieri dalle improbabili certezze ossessionati dalle scartoffie nell’incapacità di arginare l’inquietante fenomeno.
Se può apparire azzardata l’aggiunta di una vaga similitudine all’Omobono e gli incendiari, certamente lo stile de L’epidemia si avvicina alla penna di Frisch con il suo graffio al potere politico e istituzionale.
L’efficace bravura di Francesca Mazza (il dottore) è spalleggiata da Margherita Saltamacchia (la giovane donna) e dalle interpretazioni spesso acerbe di Gabriele Ciavarra (il salvatore) e Rocco Schira con pupazzo (i pompieri). Curiosa la scelta musicale da spot televisivo anni 70. Applausi per tutti.
La cupezza di Kristof letta da Alpenfelt
Una società malata come macabro sfondo alla commedia
/ 14.12.2020
di Giorgio Thoeni
di Giorgio Thoeni