«Mi interessa quello spazio tra la vista e la visione, dove andare alla ricerca di una soggettività – nell’immagine – che non riproduca semplicemente in maniera meccanica la realtà, ma che mi porti bensì a interpretarla», confessava il fotografo Marco D’Anna in un’intervista di parecchi anni or sono. Un concetto essenziale per distinguere la foto d’autore dalle dilaganti immagini (leggi smartphone&selfie) di cui faremmo volentieri a meno, che diventa però molto impegnativo se applicato a quel particolare settore che forse troppo frettolosamente definiamo ritratto: che realtà possiamo interpretare di fronte all’immagine di un singolo soggetto? Ci aiuta a sciogliere l’arcano il talento di D’Anna. Dietro o dentro il ritratto possiamo cogliere sentimenti e stati d’animo, gioie, inquietudini, perplessità e quant’altro.
Non è la prima volta che D’Anna si occupa di ritratti: si era già cimentato ad es. nella serie «Gente di vino» (nel libro Merlot, voluto dalle Edizioni Matasci in occasione del centenario del vitigno che ha reso celebre l’enologia nostrana), proponendoci primissimi piani di viticoltori sorridenti. Nella sua ultima pubblicazione, Scatti, ci offre 80 ritratti, stavolta però allargando il suo sguardo e sistemando i soggetti in ambienti e situazioni che indicano chiaramente sia la loro principale attività (il gommista, il popolare marunatt di Piazza Dante a Lugano, l’orologiaio), sia le loro rispettive passioni, talvolta così impegnative e particolari che definirle hobby sarebbe un affronto (l’aviatore col suo biplano, il collezionista di trattori d’epoca). Rimane tuttavia qualche unità d’intenti: tutte le immagini sono in bianco e nero, i soggetti mantengono la stessa distanza dall’obiettivo, che resta il medesimo per tutti gli Scatti o, ancora, l’illuminazione è discreta e non gioca troppo coi contrasti di luce.
«È vero – conferma D’Anna – ho scelto un approccio se vogliamo classico della ritrattistica fotografica che sta forse scomparendo: ho fatto ricorso al cavalletto, che ormai sembra caduto in disuso. La sfida è stata quella di trovare un equilibrio tra la persona e il suo contesto, che trovo per così dire al buio e solo al momento del fatidico clic».
Nel libro, pubblicato da Artphilein Editions e sponsorizzato da BancaStato (grazie al personale interessamento di Bernardino Bulla, presidente del CdA dell’istituto bancario e grande appassionato di fotografia), è lecito cogliere un po’ d’ironia? Pensiamo a Fra Martino, che regge una pagnotta gigantesca o a Felix Karoubian, steso sui suoi tappeti, che sembra ribadirci il suo slogan «Sa vedum»…
«Non direi. L’ironia, professionalmente parlando, non è tra le mie corde. Ho soprattutto voluto mettere sotto i riflettori persone che solitamente non lo sono, sottolineando il loro impegno quotidiano. Ho sempre avuto il massimo rispetto per i miei soggetti, un atteggiamento che forse si trovava già nel mio DNA, ma che senz’altro si è affinato durante i miei viaggi».
Ricordiamo che D’Anna si è a suo tempo lanciato sulle tracce di Hugo Pratt e del suo Corto Maltese, in una ricerca durata quasi quindici anni e che l’ha portato in ogni parte del globo. «La fotografia è stata lo strumento che mi ha permesso dapprima di conoscere e poi di entrare in stretto contatto con un altro che ho incontrato vuoi in Cina, vuoi in Sudamerica, vuoi tra le tribù indigene africane. Stavolta ho avuto la possibilità di avvicinare persone che abitano e lavorano in Ticino». Tra queste, Lorenzo Albrici, colto pensieroso sulla soglia della sua Locanda bellinzonese in una splendida immagine costruita con un gioco di specchi e riflessi. L’ultima foto, quasi una mise en abîme, ritrae D’Anna felice nel suo nuovo atelier di Paradiso, ricavato dall’ex piscina coperta del palazzo (sono rimaste le scalette per scendere in acqua).
D’Anna si schermisce quando gli facciamo notare che l’ottimo risultato di questi Scatti nasce anche dalla sua simpatia e dalla sua naturale empatia. Del resto ben conosciamo la sua modestia: non si è mai montato la testa, nemmeno dopo aver esposto in parecchie tra le più importanti gallerie internazionali o quando alcune sue istantanee sono state acquisite dall’American Polaroid Collection, figurando accanto ai nomi prestigiosi di Walker Evans, Andy Warhol e David Hockney. Guarda caso proprio grazie a una serie di ritratti di anziani ticinesi.