Bibliografia

Mauro Novelli, La finestra di Leopardi. Viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani, Milano, Feltrinelli, 2018.


La casa di Parise

Case e storie degli scrittori d’Italia, in un molto gradevole libro di Mauro Novelli
/ 03.12.2018
di Stefano Vassere

«Anche Parise negli anni settanta sentì il richiamo fortissimo di un “Veneto barbaro di muschi e nebbie”. Dopo avere abitato una quarantina di case in mezzo mondo si installò a Salgareda, a pochi metri dal Piave, dove ristrutturò un fienile, mantenuto dagli attuali proprietari come lui lo lasciò nel 1984 per trasferirsi poco più in là, a Ponte di Piave».

Abbiamo tutti (quelli che stanno, alla grossa, tra i quarantacinque e i sessantacinque) vissuto la stagione della puntigliosa, ingombrante eppure così cara semiotica, soprattutto francese, che illuminò le migliori cattedre di letteratura in Europa negli anni Settanta e Ottanta e che sembrava potesse non morire mai. Negava, quell’approccio critico, l’importanza o addirittura l’esistenza stessa dell’autore, nei confronti del quale era sistematico e anzi d’obbligo il disinteresse. Capitò per esempio di vedere meticolose quanto carine colleghe studentesse rimproverate con asprezza perché si erano permesse di chiedere conto a un poeta, magari a casa sua, delle sue liriche e del loro senso. E capitò più e più volte nelle avanguardie più esasperate di quella scuola di vedersi distribuiti in classe testi monchi dell’indicazione dell’autore; tanto non contava e che nessuno si permettesse di chiedere chi egli fosse.

Suonano quindi come liberatorie (quasi un lasciapassare alla lettura per i reduci di allora) le parole che Mauro Novelli pone all’inizio di questo suo appassionato La finestra di Leopardi. Viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani, appena uscito: «a cinquant’anni dalla dichiarazione di morte firmata da Roland Barthes, possiamo ben dire che l’Autore gode invece di salute florida, garantita proprio dalle premure del Lettore nei suoi confronti». Da Pavese e Fenoglio a Salgari, Gozzano, D’Annunzio, Petrarca, Comisso, Leopardi, Pirandello, Moravia e tutti gli altri, avvicinati e raccontati a partire dalle dimore che hanno abitato. Oltre ai testi, il libro porta gli indirizzi postali, due notevoli inserti in carta patinata con fotografie a colori e una ricca bibliografia commentata. Al solito, ognuno avrà le sue schede, i suoi luoghi e i suoi autori preferiti, oltre che le proprie immagini. Qui, certamente l’avversione a trovare casa stabile di Luigi Pirandello (che viene fuori in più punti anche nel bel romanzo-saggio Biografia del figlio cambiato di Camilleri); l’arrivo di Novelli (autore nell’autore) a Casarsa e alla casa di Pasolini, accolto dal vento della Carnia e dall’«odore di nevi raccolte nelle selle solitarie, dall’afrore di ciclamini e di muschi»; oppure Montale, che scoraggiava i seccatori imitando, al telefono, la voce dell’anziana governante Gina. Insomma, le vicende degli scrittori, la loro stessa voce che ne racconta tappe e circostanze senza riserve.

Il libro di Novelli, il lungo viaggio, soprattutto ci rallegra anche se quella così memorabile scuola ancora, per metodo, incombe sovrana. Soprattutto ci dimostra il sollievo tutto particolare che ci viene dato quando è l’autore stesso a narrarci di sé e spesso di lui capita di voler sapere molto. Una volta a Venezia Goffredo Parise trascorse una serata con Truman Capote e Marilyn Monroe e ci lasciò memorabili parole: sul corpo trasparente di Marilyn, su «quel pigolio-miagolio» di voce, ma soprattutto su quell’odore, che sentì abbracciandola in ballo. «Non un profumo, bensì l’odore, qualcosa tra lo zolfo e una capretta di latte». Dovendo destinare questo volume a un settore specifico della libreria di casa (sempre che il Lettore ne abbia previsti), si tentennerebbe tra la critica letteraria e l’amato settore «libri sui libri»; oppure, non sembri diminutivo, La finestra di Leopardi potrebbe sostenere e nobilitare la sezione delle guide di viaggio, pronto per essere prelevato alla prima occasione per compulsare storie e indirizzi, farlo uscire nel mondo, concedere all’autore il respiro di una vita concreta. Anche Barthes ebbe, si sa, la gloria della indimenticabile biografia di Claude Hagège e nessuno sembra lamentarsene più di tanto.