La locandina dello spettacolo di Camilla Parini


Incoraggianti debutti ticinesi

L’attesa riapertura dei teatri
/ 10.05.2021
di Giorgio Thoeni

La foresta è il luogo dell’inconscio, dell’iniziazione, della fiaba, del mistero, del sonno. In psicoanalisi è anche l’archetipo dell’ombra, delle allegorie, dello smarrimento. È con l’immagine di una foresta, una lunga e insistita sequenza proiettata su una scena avvolta nella nebbia e nella semioscurità, che prende avvio Kiss! (Loving Kills), lo spettacolo di Camilla Parini con il Collettivo Treppenwitz che ha debuttato al Teatro Sociale di Bellinzona dopo un periodo di residenza al LAC luganese.

È difficile ingabbiarlo in una definizione. È più facile parlarne lasciandosi trasportare dalle evocazioni emerse da un labirinto riflessivo dedicato all’amore, dopo quello creato da Simon Waldvogel con L’amore ist nicht une chose for everybody. Una lettura successiva senza testo, dove suoni e luci sono l’architrave di un ambiente buio e rarefatto, fra parole impercettibili, sussurrate in lontananza, e quattro personaggi in un continuum rallentato, meditato e sospeso.

Nella sua prima importante regia, Camilla fa una scelta di campo e gioca sul silenzio alla ricerca di immobili emozioni, fra corpi che si sfiorano e s’aggrovigliano per poi lasciarsi nell’immobilità di un gesto che dà forma all’immagine: dinamiche associative e simboliche. Tutto accade come in un sogno, avvolto nel torpore di un’assenza nella speranza di riconoscere ciò che ci abita, nel bene e nel male. Pregevole l’impianto scenografico di Francesca Caccia con le musiche e il sound-design di Alberto Barberis, le luci di Andrea Sanson con l’aiuto regia di Waldvogel e Francesca Sproccati. Nutriti applausi alla prima per Camilla Parini, Martina Martinez Barjacoba, Kevin Blaser e Thomas Couppey.

I diari di Markus Zohner
Il Teatro Foce di Lugano ha recentemente ospitato Totentanz-I diari, un allestimento che come lo ha definito lo stesso regista, è una sorta di ibrido fra teatro e video dove lo spettatore si trova come davanti a un set televisivo.

Una soluzione che ha accompagnato la riapertura parziale delle sale trasformando in spettacolo ciò che doveva essere destinato a uno streaming. Zohner aggiunge così un secondo tassello alla creazione virtuale dello scorso anno durante il primo confinamento. Protagoniste sono pagine dei diari e delle lettere di due giovani fratelli, Brigitta e Felix, parenti della madre del regista. I due sono vittime innocenti della tragedia nazista nel desiderio di trovare una loro identità.

Li seguiamo in un’efficace ricostruzione su due piani di ascolto: l’interrogatorio di un ufficiale alleato (Edoardo Groppler) a un’esponente della Lega delle Ragazze Tedesche (Patrizia Barbuiani) e scene tratte dai diari dei due ragazzi Luca Massaroli (Felix) e Alessandra Francolini (Brigitta).