Aletheia è il nuovo disco di IZI


In direzione ostinata e contraria

È uscito Aletheia di IZI
/ 20.05.2019
di Tommaso Naccari

Toccare un mostro sacro come Fabrizio De André, specie per chi è di Genova e su Genova ha costruito la propria immagine, è sempre un po’ spinoso. A dimostrazione di quello che comunque rimane un assioma, il disco disastroso delle indie-star che, per l’appunto, coverizzano il cantautore genovese.

A IZI, però, sono sempre piaciute le montagne ardue da scalare. Ha fatto da scudo per tutti recitando in Zeta, un’etichetta che avrebbe affossato molti e che invece lo ha elevato, ha rinunciato alle hit radiofoniche per seguire il proprio viaggio interiore, facendo della parola «arte» quasi un mantra. Come se non bastasse, poi, ha portato sul palco del primo maggio proprio Faber, stupendo tutti. Ma come, con un disco in uscita da lì a pochi giorni, tu porti sul palco un altro artista?

Per capire il perché IZI se ne freghi delle regole, basta ascoltare Aletheia, il suo terzo album in studio. Ma soprattutto basta ascoltare Aletheia per capire quanto IZI non abbia paura dei confronti: Dolcenera, una sorta di rivisitazione in chiave urban e moderna del celebre brano di De André, troneggia quasi sugli altri brani, per la capacità di Diego di saper camminare per sentieri spinosissimi.

Dopo un silenzio lungo due anni, IZI torna e dimostra di poter e voler fare un po’ quello che gli va, senza regole prefissate o canoni da rispettare. Nel suo nuovo album di inediti, infatti, Diego duetta con sé stesso in inglese, riprende brani che hanno cinque anni ma che suonano comunque dannatamente attuali, addirittura promuovendoli come singoli, rappa con personaggi che non fanno parte della sua stretta cerchia di amici e ne esce con una nota di merito, sempre. Un disco intenso, che sa anche intrattenere al di là della musica; al di là del duetto con sé stesso, ci sono alcune parole pronunciate in coda alle canzoni che rappresentano parte di un messaggio che i fan dovranno divertirsi a ricomporre.

Per il mercato di oggi, quello di IZI è un disco forse fin troppo intenso, pieno di contenuti, molto lungo. Eppure non stanca, vuoi per i featuring sapientemente scelti, vuoi perché IZI è davvero un fuoriclasse, un artista della parola, della melodia, della vocalità. Un uso così consapevole di sé e del suo mezzo per spaccare, che lascia ogni possibile difetto alle spalle.

Se quindi ancora oggi aveste la necessità di capire cosa è rap, cosa è trap, cosa è attuale e cosa meno, IZI è la persona giusta per notificarvi che tutto ciò è solo frutto di eccessive elucubrazioni mentali. Che in fin dei conti, come qualche anno fa tuonava Marracash «questa è musica, conta la musica». E quella di Diego è una forza della natura. Un occhio interiore che sa che punti toccare.