Bibliografia
Ugo Leonzio, Il volo magico, Storia generale delle droghe, Milano, Saggiatore, 2020.



Il viaggio interiore

Grazie a Il Saggiatore ritorna in libreria Il volo magico di Ugo Leonzio
/ 07.12.2020
di Daniele Bernardi

Svanita dal panorama dominante della cultura italiana, la singolare figura di Ugo Leonzio (Milano, 1941-2019) non è nuova in Canton Ticino, dove il settore prosa della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana ha lungamente intessuto un rapporto di vivace collaborazione con l’autore-regista scomparso lo scorso anno. Infatti, nel tempo Leonzio ha consegnato agli ascoltatori di Rete Due numerosi e originalissimi radiodrammi che vedono fra i protagonisti scrittori che vanno da Shakespeare a Virginia Woolf, personaggi quali Alan Turing e Giulio Einaudi, opere monumentali come Il libro dei morti tibetano, di cui fu curatore per Einaudi nel 1996.

Ecco che ora, grazie a un’iniziativa dell’editore Il Saggiatore, torna invece nelle librerie un testo che, assieme agli irreperibili romanzi La norma, Tre sogni, Il cielo e la terra, è parte significativa di un percorso sviluppatosi attraverso la pratica della letteratura, della scena (Leonzio frequentò l’Accademia del Piccolo Teatro, allestì più spettacoli e fu drammaturgo-sceneggiatore vantando collaborazioni con Giorgio Strehler, Gianfranco Varetto e Claude Chabrol) e della meditazione intellettuale-spirituale.

Parliamo di Il volo magico, storia generale delle droghe, indagine pionieristica sull’argomento data alle stampe da un brillante ventinovenne per i tipi di Sugar nel 1969. Successivamente ripubblicata presso Einaudi – editore col quale Leonzio lavorò personalmente – e poi fuori catalogo sino a oggi, quest’opera contiene «una sbalorditiva conoscenza della materia da quasi tutte le prospettive possibili» e, per quanto in alcuni passaggi possa forse risultare datata all’occhio dello specialista aggiornato, rappresenta un vero e proprio imprescindibile «viaggio» nelle pratiche che conducono ai notturni territori dell’interiorità.

Uscito in anni in cui, in seguito al diffondersi della cultura dell’LSD per mezzo del dottor Timothy Leary, l’OMS stava per decretare l’assoluto divieto di utilizzo dell’acido lisergico e di altre sostanze, al suo primo apparire Il volo magico si poneva l’intento di «togliere argomenti a chi (...) liquida la questione delle droghe con un’unica, piatta lettura». Centro dell’indagine, con le sostanze, sono perciò gli antichi riti che, dall’alba dell’uomo, accompagnano l’assunzione del «cibo degli dei» così come i successivi usi da parte di artisti-sperimentatori e di ricercatori scientifici.

Suddivisa in sezioni dedicate, ciascuna, a una specifica sostanza (o a tipologie di sostanze) di cui è puntigliosamente descritta l’origine e la storia, con un’ampia porzione dedicata agli allucinogeni di vario genere (dal peyotl all’LSD-25, appunto) e costellata di brani di testi sacri, l’opera chiama ripetutamente in causa alcune straordinarie voci della letteratura a testimoniare di quanto avviene quando le blakeiane «porte della percezione» si spalancano.

È così che il lettore, accompagnato da Leonzio in un percorso fra fumi di magiche misture, si imbatte nelle descrizioni della canapa indiana di François Rabelais, in resoconti sull’hascisc di Théophile Gautier e Charles Baudelaire, nelle confessioni dei «mangiatori d’oppio» Thomas De Quincey e Jean Cocteau, nelle trascrizioni sotto mescalina di Henri Michaux, nei dolorosi racconti di Antonin Artaud e nelle lucide considerazioni del «supertossicomane» William S. Burroughs.

Ma lungi dal voler essere una facile mitizzazione che canti le lodi della droga, Il volo magico apre le porte anche a quelli che si sono rivelati essere gli usi terapeutico-sperimentali di sostanze considerate fuori legge. Ad esempio, sezioni come LSD in psicoterapia trovano oggi conferma in quanto sostiene Agnese Codignola nella sua prefazione al volume: «Oggi le proprietà terapeutiche di LSD e psilocibina sono state dimostrate da diversi gruppi di ricercatori sperimentali e clinici in paesi quali gli Stati Uniti, l’Olanda, la Svizzera, la Gran Bretagna e l’Australia e in patologie quali lo stress post traumatico (...), le dipendenze da tabacco e alcol, la cefalea a grappolo (detta da suicidio), la depressione intrattabile dei malati terminali e diversi altri tipi di depressione».

La ripubblicazione di Il volo magico è quindi un prezioso evento da diversi punti di vista: da un lato rappresenta il ritorno editoriale di un autore pressoché dimenticato di cui ci si augura venga ulteriormente valorizzato il lascito, dall’altro suggerisce la presenza in ambito scientifico di una sorta di «Rinascimento psichedelico» le cui pratiche appaiono rivoluzionarie ai nostri occhi (sull’argomento, si consiglia tra l’altro la visione del bellissimo The Substance, documentario-intervista di Martin Witz del 2011 in cui lo svizzero Albert Hofmann – scopritore dell’LSD nel 1947 – all’età di cento anni racconta di sé e del proprio incredibile «viaggio»).