Il corpo nella sua poetica anatomia, nello spazio, le sue verità attraverso i sensi e la dimensione coreografica. Sono i temi drammaturgici delle prime proposte del LAC per Lingua Madre, il ricco e complesso progetto multimediale messo in rete dal polo culturale luganese per supplire alla mancanza di scena viva. È l’incontro di linguaggi performativi messi in relazione a più livelli, dal movimento a quanto si conquista con la ricerca.
Due iniziali proposte: la prima con Poesie anatomiche: nove brevi ed efficaci componimenti di Francesca Sangalli, nati per confluire nei movimenti di Camilla Parini diretti da Alessio Maria Romano (Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia nel 2020). Nove poesie che s’impossessano del corpo con la parola che «scava all’interno dell’anatomia, mettendosi a cogliere il riverbero interiore legato al corpo anatomico (…) nell’idioma della scienza medica». Una struttura originale che permette interventi alla scoperta degli spazi architettonici del LAC con un’esplorazione silenziosa, criptica, emblematica. Peccato non aver associato i testi delle poesie al video preferendo lasciarli a una lettura separata… o in balìa di una voce poco evocativa. A scelta.
La seconda proposta è per un percorso particolare, duplice: un docufilm di Cosimo Terlizzi che racconta le fasi della creazione dello spettacolo Aurora del coreografo Alessandro Sciarroni (Leone d’Oro a Venezia nel 2019) con l’aggiunta di una conversazione fra i due autori.
Aurora è l’incontro fra professionisti e atleti non vedenti e ipovedenti a partire dall’approccio con il Goalball, sport paralimpico dove i giocatori si lanciano una palla basandosi solo sul tatto e l’udito. Un processo che arriva quasi ad annullare la patologia portando all’esaltazione altri sensi in una dimensione evocativa come il titolo, Aurora, intesa come apertura verso nuove percezioni. Concludiamo segnalando uno degli ultimi spettacoli messi online dai Teatri di Locarno e Chiasso: Vergine Madre di Lucilla Giagnoni.
Dell’eccellente attrice e autrice fiorentina è ancora possibile rivedere le sei storie dantesche tratte dai canti fra i più celebrati della Commedia, un mezzo ideale nel quadro del settecentesimo dalla morte del sommo poeta. Creata nel 2001, Vergine Madre è una sorta di lectura dantis alla ricerca del Divino e del Femminile. Un’appassionata preghiera che si può, tra l’altro, ripescare in YouTube e che fa parte dell’intensa Trilogia della spiritualità, una serie di monologhi ormai divenuti un classico della Giagnoni con cui ha attraversato l’ultimo ventennio teatrale italiano.