Il supermercato, luogo di osservazione privilegiato

Il nuovo racconto di Annie Ernaux, tra scaffali e carrelli della spesa, riflette sulla società contemporanea
/ 09.05.2022
di Laura Marzi

Ci sono delle autrici dal talento così potente e cristallino che potrebbero scrivere anche della loro spesa al supermercato e comunque varrebbe la pena leggerle. Sembra una frase fatta, una sorta di paradosso, e invece nel caso di Annie Ernaux si rivela vero. Guarda le luci amore mio per L’orma Editore, tradotto da Lorenzo Flabbi, è il diario che la grande scrittrice francese ha tenuto per un anno ed è dedicato proprio alle sue visite regolari al centro commerciale di Cergy, dove abita, più precisamente all’Auchan.

Annie Ernaux si dedica a questo progetto come se fosse una sorta di sfida: «mi ero chiesta perché i supermercati non fossero mai presenti nei romanzi che si pubblicavano, quanto tempo ci volesse affinché una realtà nuova potesse assurgere alla dignità letteraria». Questa domanda se la pone molti anni prima di scrivere questo testo, addirittura negli anni ’70, quando assiste a una scena dolorosa, proprio in un supermercato: un ragazzo di vent’anni che dice a una sua coetanea che sicuramente il bambino che lei aspetta non è suo e che quindi se ne laverà le mani.

Ernaux riflette sul fatto che forse il supermarket non è mai stato considerato un luogo abbastanza interessante per essere descritto in un romanzo perché, tuttora, l’incombenza della spesa, di occuparsi di comprare il necessario per tenere in ordine la casa o per risolvere l’annosa questione: «cosa far da mangiare stasera, domani, questa settimana?» pesa ancora per lo più sulle spalle delle donne. E si sa che le questioni femminili non sono mai considerate abbastanza interessanti o autorevoli. Invece Ernaux vede avvenire all’Auchan in cui si reca regolarmente qualcosa che non accade altrove: nel comune di Cergy, nella regione dell’Île de France, si registrano circa 130 nazionalità. L’autrice nota che in nessun altro posto, a parte quel centro commerciale, tutte quelle persone appartenenti a etnie, culture e religioni diverse si incontrano, condividono un’attività, uno spazio, dei desideri… A colpire, all’interno di questo breve testo dedicato all’attività delle compere di scorte alimentari, è la profondità e la lucidità dell’autrice: «siamo una comunità di desideri e non di azione» scrive Ernaux in un periodo storico in cui il desiderio, con un ritardo di circa quarant’anni rispetto al momento in cui le femministe della seconda ondata ne avevano parlato e scritto, riemerge come se fosse ancora un tema rivoluzionario.

Ernaux con poche parole in un diario dedicato all’Auchan di Cergy smentisce questo inganno, sottolineando come il supermarket sia un luogo di osservazione privilegiato per comprendere quanto le merci e il sistema neoliberista abbiano plasmato il nostro modo di stare al mondo e quindi di desiderare. Ernaux ricorda che essendo nata nel 1940, l’anno più buio della seconda guerra mondiale per la Francia e non solo, la sua fantasia infantile era di entrare in un negozio e mangiare dagli scaffali ogni prelibatezza. Osserva che adesso la nostra libertà sotto controllo, «la paura interiorizzata» sono talmente potenti che ci aggiriamo nei grandi magazzini tra scaffali pieni di cibo senza mai osare consumare nulla di ciò che ci circonda.

A muovere la scrittrice francese in questo suo percorso narrativo tra i corridoi del suo supermarket di fiducia è anche una forma di affetto per quel posto, che la accoglie per esempio quando non riesce a scrivere e ha bisogno di distrarsi, di perdersi restando in un luogo familiare. Ernaux arriva a immaginare la possibilità che i bambini di oggi forse rimpiangeranno i sabati al centro commerciale, se l’abitudine di andarci verrà soppiantata da quella di fare la spesa online o di usufruire del servizio a domicilio, paragonando la possibile futura nostalgia degli scaffali sterminati dell’Auchan di Cergy con quella delle botteghe, dei tempi in cui si andava a prendere il latte «con un bricco di metallo».

Ciò che rende davvero interessante questo testo è che Ernaux riesce a connotare di un reale interesse sociale e politico l’esperienza della spesa al supermercato, prima di tutto perché si tratta di un luogo che almeno apparentemente abbatte le frontiere sociali: le persone benestanti e le famiglie indigenti vanno nello stesso posto a comprare il cibo, è un dato di fatto. All’interno del supermercato, però, i prodotti discount si trovano accanto al reparto per animali e hanno un packaging decisamente diverso da quelli a prezzo pieno, di marca. Inoltre, è diversa l’esperienza del rapporto con la merce, che Ernaux descrive in termini di: «umiliazione inflitta dalle merci. Costano troppo, quindi io non valgo niente».

Bibliografia

Annie Ernaux, Guarda le luci amore mio, L’orma Editore, Roma, 2022.