Il Santo di ogni reietto

Luci e ombre della comunità di San Patrignano in una serie tv
/ 08.02.2021
di Giovanni Gavazzeni

Per chi ha vissuto gli anni in cui nelle città italiane grandi e piccole si evitavano le strade dove sostavano torme di «tossici», non si frequentavano i parchi dove spaccio e «buco» erano pratica continua e dove una generazione o finiva reclutata nelle formazioni eversive di sinistra e di destra o veniva sepolta da viva sotto una valanga di eroina, la visione della docu-serie di Netflix, Sanpa, sarà ripercorre una via crucis mai sepolta. 

Una stagione di morte che le nuove generazioni devono conoscere attraverso le cinque puntate-stazioni che raccontano Nascita, Crescita, Fama, Declino e Caduta di Vincenzo Muccioli, il fondatore di San Patrignano, uno sparuto podere sulle colline riminesi trasformato in pochi anni nella più grande comunità di recupero per tossicodipendenti d’Europa. Con un montaggio serrato di interviste e materiali d’archivio, gli autori raccontano la vita di un uomo che si prese cura dei paria d’Europa. 

Vincenzo Muccioli che minestrava schiaffoni e paternali colorite divenne il santo patrono dei nuovi reietti, perché accoglieva, insegnava un lavoro, dava amore ai nuovi appestati, ai «drogati», molti dei quali erano già ammalati di AIDS. 

Muccioli riportava la speranza nel cuore delle madri disperate, rassegnate a coprire i figli che rubavano o che si prostituivano per farsi la dose. 

Muccioli eroe osannato dai giornalisti benpensanti, Indro Montanelli ed Enzo Biagi, dai politici di tutte le parrocchie che si precipitavano in pellegrinaggio a Sanpa, assolto a furor di popolo quando le procure della Romagna rossa cominciano a indagare su suicidi poco chiari e metodi coercitivi discutibili. 

Se qualcosa andò storto, i processi si trasformarono in un referendum pro o contro il Salvatore, cui si attribuirono nel bene e nel male poteri taumaturgici. 

Sulla collinetta riminese piovvero donazioni dei facoltosi e scorsero fiumi di riconoscenza degli indigenti che ritrovavano figli creduti persi per sempre. 

I problemi sorgono quando la struttura si ingrandisce e il Capo nega di essere a conoscenza di un tragico pestaggio finito in omicidio. Si apre il vaso di Pandora e comincia la «ca-duta». 

Questo documentario, pur dando voce a molte opinioni contrastanti, critici dei sistemi pesanti di Muccioli e difensori accaniti, non è piaciuto a chi ha proseguito il lavoro di fondatore nel governo della Comunità.  

Consente però di capire che Vincenzo Muccioli ha realizzato qualcosa di straordinario, un fatto che non esclude il diritto di soppesare luci e ombre, di ragionare come testimonia l’esperienza di uno dei più stretti collaboratori di Muccioli, Fabio, lucido e coraggioso nel riconoscere i meriti come nel dire cose meno comode: come la causa della morte prematura del Fondatore.