Il fascino di visioni e parole

Appuntamenti contemporanei sui palchi della nostra regione, tra danza e teatro
/ 29.10.2018
di Giorgio Thoeni

Sull’arco di una settimana il contemporaneo ha nuovamente fatto capolino nella nostra regione con la danza di Susanne Linke e le visioni performative di Dimitris Papaioannou: due grandi protagonisti che, seppur con approcci diversi, rappresentano l’evoluzione della coreografia moderna.

Ospite con il danzatore e coreografo vallesano Urs Dietrich per una residenza al Teatro San Materno (con il sostegno del Percento culturale di Migros Ticino), Susanne Linke ha proposto in prima mondiale Ecoute… Chopin, creazione elaborata per l’occasione con cui la maestra tedesca ha confermato la sensibilità e indipendenza solistica che l’ha distinta dalla scuola di Mary Wigmann e di Pina Bausch senza però rinnegarne gli insegnamenti.

Già a partire dal suo fondamentale solo Im Bade wannen del 1980 si era imposta con un perfetto equilibrio per movimenti calibrati dove la musica – nel caso specifico Satie – sottolineava la poetica del corpo femminile danzato in scena con... una vasca da bagno: oggetto dalla quotidianità disarmante con cui liberare sensi di libertà e di intima riflessione. Con Ecoute… Chopin i preludi al pianoforte accompagnano sequenze e sensazioni nella semplicità di movimenti accennati che parlano con grazia, eleganza e leggiadro trasporto. Le ha fatto poi eco Thalamus 2 di Urs Dietrich. Una coreografia meno eterea, improntata sullo sgomento sociale, un’opera aperta dal taglio espressionista, ironico e astratto. Per entrambi il tutto esaurito e calorosi applausi.

Di ben altro tenore la coreografia performativa di Dimitris Papaioannou per un’unica affollata serata al LAC di The Great Tamer con cui l’artista greco ha affermato la sua fascinazione per l’impatto visivo di taglio plastico-pittorico. Da citazioni di El Greco, Goya e Rembrandt, i suoi sogni si nutrono di mitologia classica in simbiosi con la modernità; giochi di illusione, corpi che si smembrano, musica che si snatura: i tempi si dilatano, la nudità diventa necessaria per un’arte povera che, come ha affermato, è anche «un funerale della bellezza pieno di speranza». Pubblico rinnovato, giovane e osannante per una teatralità priva di etichette.

Locarno riparte da Ottavia Piccolo
Sono passati 27 anni dall’inaugurazione del rinnovata sala locarnese. Lo ha ricordato il direttore artistico Paolo Crivellaro aprendo la prima serata della stagione teatrale con Ottavia Piccolo, allora madrina dell’evento, oggi protagonista di Occident Express, un testo di Stefano Massini messo in scena dall’attrice con Enrico Fink, autore delle musiche eseguite in scena con l’Orchestra Multietnica di Arezzo.

È il racconto in prima persona del viaggio epico e drammatico di Haifa, donna in fuga con i figli dall’Iraq: 5000 chilometri fino in Svezia lungo la via balcanica. Un monologo sobrio, parole durissime immerse nel candore letterario per una storia di migrazione in cui siamo tutti analfabeti di fronte alla tragedia della guerra e alla barbara crudeltà della Storia. Pubblico grato per uno spettacolo intenso.