Il dono inatteso di chi sopravvive all’altro

Mariella Cerutti Marocco torna in libreria con nove racconti
/ 16.05.2022
di Guido Monti

La poetessa Mariella Cerutti Marocco, dopo il felice esordio col romanzo Fratelli allo specchio, conferma ne Il dono inatteso, (SEM editore, pp.109, euro 16) postfato da Maurizio Cucchi, spiccate capacità narrative ma notiamo anche con piacere, nella successione dei nove racconti, innestarsi un sotteso flusso poetico, che conferisce loro certamente una capacità di visione aumentata. E ciò che più caratterizza le storie, intervallate da una breve ma intensa sezione poetica, dal titolo Tracce verticali. Passaggi lirici, non sono certo le molteplici relazioni sociali, economiche, amorose, che pur sembrano avere, ad una prima lettura, posizione preminente. Difatti queste costituiscono sempre la quinta di qualcos’altro che certo potremmo chiamare tempo dell’introspezione. E sono gli stessi personaggi ad alimentarlo, duramente colpiti dai vuoti della vita, come quando Leah, si perde nella memoria tra i sentieri della campagna toscana: <<…Ricordava i momenti della sua adolescenza difficile, ricordava il padre e il fazzoletto bianco con il quale asciugava le lacrime di lei bambina, quando la solitudine e le incomprensioni degli altri la opprimevano. La sua voce… “Sorridi, sorridi, ora…”>>.

Molti dialoghi nel libro si arrestano per mancanze improvvise, lontananze irrecuperabili, per divenire quindi monologhi interiori, quasi preghiere laiche che girano nella testa di chi rimane. Ed allora il libro nasce da questo incontro, tra i fatti della quotidianità e l’idea che li alimenta. Naturalmente nessuno dei due elementi prevale sull’altro. Non troveremo mai pagine teoriche, prive di qualsivoglia mordente narrativo. E neanche pagine meramente descrittive, poiché ogni volta che siamo posti davanti ad un accadimento, in verità ne leggiamo subito dei significati psicologici sottesi.

Come quando nel racconto Quel treno della notte, un gruppo di ragazze adolescenti torna da una settimana bianca e quel viaggio però indirizzerà i destini di una di esse: <<…All’interno del treno era sceso il silenzio,...solo qualche bisbiglio si udiva tra le ragazze. Anche Eva dormiva. Le scintille scoppiarono all’improvviso…Una stella luminescente,...seguita da uno schianto terribile. Poi il silenzio e il buio assoluto, su tutta la “Freccia” >>.

Non solo, lo stesso titolo del libro, ci suggerisce anche che i punti di svolta di ogni esistenza, per lo più imponderabili ed ingovernabili, si condensano proprio in quel tempo che è fuori da ogni progettualità e rifluisce talvolta nella dimensione del dolore, che non è l’inferno dello spirito ma attenzione, il suo cielo. Difatti dai traumi a tratti disperanti, il personaggio che rimane, ne esce ricco di nuove svolte e la scrittrice come già accennavo, con abilità ne fotografa il momento assieme anche però al punto di caduta di chi invece non ce la fa. La sua abilità, sta nel saper risalire dalla ricca e placida storia di ognuno, a quel suo attimo cruciale sempre dentro l’hic et nunc, come nel caso del  banchiere Emanuele con la compagna Sara: << …“I miei viaggi a Parigi, in questi ultimi mesi erano e sono per sottopormi ad una chemioterapia……“Ci sono poche speranze”, le disse Emanuele…>>.

Ecco allora qual è anche il dono inatteso per chi sopravvive all’altro, sapersi ricostituire, assumendo su di sé un poco la traccia delle identità sparite, come estremo gesto d’amore, forse anche punto di crescita. Certo questo libro potremo pure definirlo, il libro della precarietà di ogni individuo e dei suoi grandi progetti, destinati a finire nell’oblio dei giorni. Ma anche così letto ne trarremo beneficio. Una narrazione difatti che metta al centro la fragilità con le sue molteplici manifestazioni, rappresenterà sempre un valido strumento per le nostre vite oramai consumate dentro le tante dimensioni dell’effimero.

Questo riflettono e riportano umilmente i personaggi di Mariella Cerutti Marocco, la luce di una acquisita e matura consapevolezza della precarietà del vivere.Quasi sembra vogliano dirci: solo da questa raggiunta dimensione dove noi ci troviamo, si può ancora gioire, piangere, vivere, autenticamente.

Bibliografia

Mariella Cerutti Marocco, Il dono inatteso, SEM, Milano, 2021