È da non perdere per l’estrema chiarezza dell’allestimento e per il contenuto, l’attuale retrospettiva di Georgia O’Keeffe, fra le prime artiste ad abbracciare la fede del modernismo, alla Fondazione Beyeler di Riehen. Allestita in coproduzione con il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e il Museo Georgia O’Keeffe di Santa Fe, la mostra è mirabilmente curata da Theodora Vischer e raduna numerose opere – alcune delle quali sono state finora raramente esposte – fra dipinti a olio, disegni e acquerelli provenienti prevalentemente da collezioni private e musei statunitensi.
L’affascinante percorso espositivo inizia nella prima sala con l’astrattismo lirico di acquerelli e carboncini degli anni Dieci del secolo scorso. Sono lavori molto eloquenti che già mettono in luce lo stile e l’inventiva, la forza suggestiva e il processo creativo della straordinaria artista che, fra le prime a imboccare la via del modernismo, ha avuto un ruolo cruciale per l’evoluzione dell’arte contemporanea in America. La O’Keeffe è certo una pittrice innovativa, originale e, nonostante alcuni critici la considerino l’esponente più in vista della scuola del «precisionismo», in fondo anche fra le meno inseribili in una scuola specifica.
Georgia O’ Keeffe è anche la prima donna a ottenere attenzione nel mondo maschilista della New York dei suoi esordi. Attenzione e rispetto ottenuti non da ultimo grazie al celebre fotografo e gallerista newyorchese Alfred Stieglitz che già nel 1916 espone una serie di carboncini della giovane pittrice nella Galleria 291 di New York da lui diretta. Stieglitz (che nel 1924 diventa suo marito, non prima di averne fatto la sua modella e musa) è in effetti subito in grado di guardare oltre quelle esuberanti gigantografie floreali e oltre la precisione di linee e forme, proponendone un’analisi diversa, più profonda, e aprendo in tal modo la via ai critici, in particolare anche ai movimenti femministi. Sono proprio questi ultimi che incominciano a vedere nei fiori della O’Keeffe, oltre a un suo appassionato rapporto con la natura, anche un sensuale simbolismo al femminile.
Giorgia O’Keeffe respinge comunque, a volte anche perentoriamente, qualsiasi allusione a simboli sessuali femminili, esortando a non vedere nei suoi lavori quello che lei non vede. E alla rassegna della Beyeler va fortunatamente anche il merito di sottolineare molti altri aspetti contenutistici e formali delle opere dell’artista statunitense, evidenziando in particolare un fatto importantissimo per la stessa pittrice: la frontiera fra realismo e astrattismo è oltremodo effimera e dunque sempre perfettamente superabile. Quelle gigantografie floreali dipinte nei loro dettagli in modo talmente iperrealistico fanno infatti paradossalmente perdere la realtà più immediatamente tangibile dell’oggetto rappresentato che invece assume un carattere molto più emozionale, psicologico e profondo. A tal punto che, al di là di semplici linee e forme, dei giochi di luce e colori è sempre percepibile un’esplosione di emozioni, stati d’animo, tensioni e energia.
L’attenzione è sempre quella medesima riservata alla riproduzione meticolosissima di steli, foglie, corolle, stami e pistilli dei famosi fiori, sia che l’artista dipinga alberi nel corso delle diverse stagioni, la luna o i raggi del sole, le ambientazioni esotiche con pianure deserte o colline rocciose, le ossa e i teschi di animali oppure cieli e nuvole intraviste dal finestrino di un aeroplano. O, ancora, angolazioni e illuminazioni, grattacieli o altre forme architettoniche ispiratele dalle strade e dagli edifici di New York. Sia che riproduca i paesaggi del New Mexico, in cui si trasferirà definitivamente dopo la scomparsa di Stieglitz, rimanendovi fino alla morte avvenuta a Santa Fe nel 1986, sia che raffiguri l’amatissimo Lake George conosciuto onda per onda, spiaggia per spiaggia, pietra per pietra, l’artista riesce a evidenziarne perfettamente il nucleo, l’essenza, invitandoci perciò a un’osservazione, come detto, più spirituale e introspettiva.
In occasione dell’esposizione dedicata a Georgia O’Keeffe è stato pubblicato un esaustivo catalogo in tedesco e in inglese con splendide riproduzioni di tutte le opere esposte.