Dove e quando
I Barocchisti diretti da Diego Fasolis, con l’intervento dei flautisti Laura Schmid e Maurice Steger si esibiranno alla Victoria Hall di Ginevra lunedì 12 novembre 2018. www.culturel-migros-geneve.ch


I Barocchisti, Fasolis e la storia

La prestigiosa formazione diretta da Diego Fasolis si esibirà a Ginevra il prossimo 12 novembre nell’ambito della tournée di concerti organizzata dal Percento culturale Migros
/ 05.11.2018
di Enrico Parola

Oggi Diego Fasolis è il direttore svizzero più richiesto a livello internazionale: in queste settimane è stato applaudito alla Scala con La finta giardiniera di Mozart, terza opera dopo due titoli händeliani nel massimo teatro lirico mondiale; il Barbiere di Siviglia al Lac è stato definito dalla critica di mezza Europa una «rivoluzione-rivelazione necessaria e benvenuta».

«Da quando ho deciso, nel 2014, di aprire il mio guscio-rifugio alla RSI e rendermi disponibile sul mercato, ho avuto la sorpresa di essere immediatamente invitato dai più prestigiosi teatri del mondo; oltre ai concerti quest’anno ho diretto dieci opere, rimanendo lontano da casa per dieci mesi. Spero di convincere il mio agente, ma anche me stesso, a dire qualche no. Per ora sto cercando di rifiutare un tour in Cina con la Scala…»; un successo dovuto soprattutto «al lungo lavoro svolto nel campo delle esecuzioni storicamente informate».

E proprio con i Barocchisti, l’orchestra di strumenti originali da lui fondata e portata all’eccellenza, sarà protagonista lunedì prossimo, nell’ambito dei Migros-Percento-culturale-Classics, di un concerto straordinario alla Victoria Hall di Ginevra: «Questo concerto segna una svolta nella storia dei Barocchisti che tornano, dopo qualche anno di gestione RSI, a una conduzione privata, purtroppo senza il supporto della compianta fondatrice Adriana Fasolis-Brambilla. Mi trovo a dover di nuovo gestire direttamente le cose e per fare questo ho voluto avere al fianco uno degli amici della prima ora: il flautista Maurice Steger, con cui abbiamo inciso il nostro primo disco dedicato a Vivaldi, sarà solista con Laura Schmid nei concerti La notte e Il gardellino. Sono contento di questa occasione anche perché io da giovane sono stato un beneficiario degli «stipendi» Migros: è anche grazie a quel sostegno che ho potuto completare gli studi; e in generale i grandi progetti culturali e musicali sono resi possibili solo dal sostegno mecenatizio pubblico e privato».

Il programma si apre e si chiude con Vivaldi, che in questi anni sta vivendo una renaissance grazie alla filologia; si dice che piace ai giovani perché il suo ritmo è incalzante come un rock: «Vivaldi è molto più di questo; Cecilia Bartoli ha contribuito grandemente al rilancio della sua musica operistica così come lo hanno fatto tanti gruppi per quella strumentale; a Lugano abbiamo inciso e portato in grandi teatri vari capolavori di musica sacra, strumentale e operistica, da Farnace e Orlando Furioso a Dorilla in Tempe, che andrà in scena nel 2019 alla Fenice di Venezia, primo atto di un progetto che riporterà il teatro del Prete Rosso nella sua città».

Rispetto ai pionieri degli anni 70-80, i Leonhardt e Hogwood, la filologia musicale ha fatto enormi progressi: «Ho il più grande rispetto per chi ha aperto la strada, penso alle Quattro Stagioni con Alice e Nikolaus Harnoncourt, quando nessuno osava superare gli aspetti estetizzanti e «semplici» di Vivaldi per andare invece a fondo del suo strepitoso messaggio formale e virtuosistico, inteso nel senso più completo. Ora si tratta solo di abbellire e ornare autostrade dove si circola in molti».

Nel programma compaiono campioni del barocco come Corelli e Geminiani, pilastri come Sammartini: «Il Barocco italiano è stracolmo di capolavori o comunque di artigianato artistico di altissima qualità; Corelli ha recuperato la fama che all’epoca aveva con la sua gigantesca orchestra a Roma, Geminiani e Sammartini ancora parzialmente attendono la diffusione che meritano». C’è poi un concerto di Domenico Sarro, a ricordare come tanto giaccia ancora nel sommerso di archivi e biblioteche: «Molte città e teatri italiani custodiscono vere perle. Sarro impressionava molti con le sue opere a Napoli e Venezia; non fu un gran promotore di se stesso e la diffusione della sua musica è rimasta limitata; ma per capirne lo spessore basti pensare che il suo Achille in Sciro ha inaugurato il San Carlo di Napoli e che fu il primo a musicare un testo di Metastasio».