Dove e quando
Die Royals kommen, Svitto, Forum Schweizer Geschichte Schwyz (Zeughausstrasse 5), orari: ma-do 10.00-17.00; lu chiuso. Fino al 3 ottobre 2021. forumschwyz.ch


HRH goes Swiss

I Reali hanno sempre amato la Svizzera, così come gli svizzeri amano i Reali
/ 26.04.2021
di Marinella Polli

Die Royals kommen, l’accattivante mostra in corso al Forum Schweizer Geschichte di Schwytz (che fa parte del Museo Nazionale Svizzero), racconta di re e regine che negli ultimi due secoli ci hanno fatto visita. La curatrice Pia Schubiger, coadiuvata dallo storico e scrittore Michael van Orsouw (suo il libro Blaues Blut – Royale Geschichten aus der Schweiz), suddivide queste visite in ufficiali, di piacere o di esilio: dalla Regina Vittoria a Sissi, dall’imperatore Guglielmo II alla Regina Astrid. La rassegna è corredata da fotografie, documenti, articoli di giornali, diari, cartine, abiti, elmi e uniformi. Persino un pelo del cappello di pelliccia di leone di Hailé Selassié staccato dal bodyguard svizzero durante la visita dell’imperatore etiope. 

La Svizzera, luogo incantato
Ludwig II di Baviera, ad esempio, stregato dai nostri fiabeschi paesaggi, e in genere da fiabe, leggende, arte e teatro, in specie dal Guglielmo Tell di Schiller, visita il nostro Paese nel 1865 e nel 1881. La Regina Vittoria decide invece di passarvi del tempo nel 1868. Un soggiorno non ufficiale, il suo, ma da lei voluto in ricordo del consorte Principe Alberto che amava molto la Svizzera. La regina è in incognito, ma i preparativi di dignitari e diplomatici fervono già da due anni. Visita Lucerna, Rigi, Pilatus, il Furka, legge molto, scrive e dipinge acquerelli. Da noi sono molte le piazze, alberghi e battelli che portano il suo nome. Vittoria, notoriamente, non influenza solo letteratura e religione, ma anche moda e costume, e sulle sue tracce molti suoi concittadini, che prima si erano spinti sulle nostre montagne solo per viaggi di avventura o di scoperta, inaugureranno una nuova fase del dinamico turismo britannico. 

La Svizzera luogo di esilio
Louis-Napoléon Bonaparte, fuggito nel 1815 con la madre Hortense de Beauharnais, vive dapprima nel castello Arenenberg sul lago di Costanza. Per prepararsi alla carriera militare, frequenta poi la Scuola militare di Thun. Nel 1838, dopo il tentativo di colpo di stato contro il re francese, la Francia ne richiede l’estradizione e minaccia l’attacco contro la Svizzera se questa si rifiuta. Per evitarlo, Bonaparte segue il consiglio di Henri Dufour, già suo istruttore, e lascia la Svizzera. 

L’importanza dei media 
La mostra illustra anche l’importanza avuta da giornali e rotocalchi nella divulgazione virale delle notizie riguardanti questi viaggi. Per esempio, benché Sissi, ovvero Elisabetta Imperatrice d’Austria e d’Ungheria, nel 1898 si trovi a Ginevra in incognito, tutti i giornali ne sono al corrente, e quando il 10 settembre l’imperatrice lascia l’Hotel Beau Rivage e sul Quai du Mont Blanc viene assassinata dall’anarchico Luigi Licheni, la notizia fa il giro del mondo. Molti accusano la Svizzera di essere troppo liberale nei confronti degli anarchici, per cui si deciderà di estradarne 36. Di grande impatto anche la visita, nel 1912, di Guglielmo II, Imperatore di Germania e Re di Prussia, il quale vuole garantirsi l’egemonia politica anche controllando che la Svizzera sia davvero neutrale.

Manovre hanno luogo a Kirchberg/SG e Guglielmo II viene omaggiato da centinaia di persone anche a Zurigo e a Berna. Ad eccezione dei giornali dei lavoratori e della stampa romanda, le reazioni sono positive. Altro evento mediatico è la tragica morte di Astrid del Belgio a Küssnacht am Rigi. Nell’estate del 1935 la notizia che l’auto della giovane regina va a sbattere contro un albero si divulga in un baleno anche grazie a Willy Rogg che vende alla Associated Press di Londra le foto scattate sul luogo dell’incidente. Come la principessa Diana, anche Astrid diventa un mito, al punto che nei pressi di Küssnacht viene eretta una cappella in suo ricordo, oggi meta obbligata per i turisti belgi. 

A Svitto sono attesi molti visitatori, e non solo le scuole del cantone, per le quali sono previste visite guidate lungo un percorso cronologico e tematico. Tutti potranno inoltre sedersi sul trono dei desideri, con tanto di scettro e corona. Malgrado queste abbiano perso molto peso negli ultimi secoli, un Paese democratico come il nostro senza teste coronate ne subisce sempre il fascino. Ciò è forse dovuto proprio al fatto che non abbiamo una tradizione monarchica, insomma che, come ci diceva divertito un amico inglese, «non ne avete in casa». E invece ne abbiamo, eccome. Ce lo dice anche l’esposizione svittese: per esempio lo «Schwingerkönig» della lotta svizzera e la pattinatrice artistica Denise Biellmann, la Principessa sul ghiaccio.