Dove e quando

Olafur Eliasson: Nel suo tempo, Fondazione Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, Firenze, fino al 22 gennaio. Aperto tutti i giorni 10.00-20.00, gio. fino alle 23.00.

www.palazzostrozzi.org


Giochi e luce di una Galassia antologica

A Palazzo Strozzi sino al 22 gennaio
/ 02.01.2023
di Blanche Greco

Artigiano, architetto, illusionista, poeta, Olafur Eliasson nella sua ultima mostra ha trasformato Palazzo Strozzi in una sorta di scatola magica che agli occhi dei visitatori può rivelarsi piena di sorprese e suggestioni, o anche spoglia e quasi vuota, in un’alchimia che viene suggerita dal titolo stesso: Olafur Eliasson: Nel tuo tempo, perché sta ad ognuno di noi scoprirla, completarla, riempirla a nostro piacimento e con i nostri ritmi.

L’artista danese di origini islandesi, presentando questa mostra alla stampa, ad oggi la più grande e completa a lui dedicata in Italia, aveva spiegato: «Mi piace pensare che l’opera d’arte consiste in realtà nella qualità dell’esperienza di chi la guarda, che visitandola contribuisce con il suo percorso e il suo vissuto, insieme allo spazio e alla storia di questo spazio, alla creazione dell’opera d’arte». Non deve stupire quindi che Eliasson parli sempre di «lavori esposti» e mai di opere d’arte, e che il percorso della mostra sia una sorta di «galassia» allo stesso tempo antologica, personale e spettacolare, in cui trovano posto i suoi lavori passati che s’inseriscono perfettamente nella nuova visione suggeritagli dal Rinascimento e dall’umanesimo che impregnano Palazzo Strozzi.

L’esposizione inizia dal cortile con un’opera site specific, una grande struttura ellittica di undici metri, sospesa a otto metri di altezza tra le snelle colonne del porticato, dal titolo: Under the weather, un enorme pannello di tessuto stampato che grazie «all’effetto moiré» popola il «cielo» dell’elegante architettura di piccole onde che sembrano muoversi quando ci si passa sotto e trasformarsi in gorghi di nuvole, o di vento a seconda della luce del giorno. Perché in effetti è la luce il fil rouge della mostra che si dipana in un ammiccante gioco a rimpiattino tra quella naturale e quella ricreata, alterata, spettacolarizzata attraverso le più moderne tecnologie, con migliaia di lampade, con colori abbaglianti, o crepuscolari e che ci guida attraverso tutto il piano nobile del Palazzo.

Triple seeing survey (2022) Tomorrow (2022), Just before now (2022) sono i lavori delle prime sale, dove inizia un suggestivo dialogo tra l’architettura di Palazzo Strozzi e l’artista che, attraverso faretti, schermi, superfici specchiate e proiezioni, ingrandisce le antiche finestre piombate, le colora, le sdoppia, aprendone altre sui muri candidi; raccontandone le imperfezioni dei vetri spessi che sembrano percorsi da gocce di pioggia, o da minuscole bollicine di ghiaccio e ci riporta alla fine del 1400 all’epoca della creazione del palazzo. In un’altra sala How do we live together (2019), un grande arco metallico invade in diagonale lo spazio e il soffitto, dove grazie ad uno specchio l’arco diventa una sorta di anello e, in un effetto trompe l’oeil, la sala sembra percorribile in tutti i sensi e in tutti i lati, e, se non siete soli, ma insieme ad un consistente numero di persone, specchiandovi capovolti nel soffitto e nei riflessi, vi sentirete quasi accerchiati da una calca asfissiante.

In questa mostra a poco a poco, si ha l’impressione di essere al centro di un puzzle sofisticato e sfuggente, ma il cui lirismo non lascia mai indifferenti, come in Beauty (1993), dove, nella sala buia, fasci di luce colorata brillano in una cortina di nebbia creata dalle minuscole gocce d’acqua di una leggera cascata di vapore e, passandoci attraverso lo spettatore, scorge improvvisamente un arcobaleno: una visione sorprendente che appare e scompare solo grazie ad un minimo movimento. Più avanti in un’altra sala, attraverso un caleidoscopio esagonale Colour spectrum kaleidoscope (2003), si può osservare l’ambiente che ci circonda e gli altri visitatori riflessi in una miriade di colori e sfaccettature; e subito dopo in Room for one colour (1997) dove una miriade di luci in monofrequenza emettono una gamma di luce gialla, ci si ritrova immersi in una sorta di abbagliante deserto in cui percepiamo solo le tonalità del giallo e del nero. Gli effetti delle luci colorate, del calore, quelli della luce notturna, le lame di luce nel buio, le immagini capovolte e miniaturizzate che sembrano gemme incastonate in lucide sfere d’acciaio, tutto nel percorso di questa mostra ci sollecita, ci incuriosisce, ci rende ricettivi e allo stesso tempo coscienti di come le nostre emozioni possano essere evocate, manipolate, falsate, in un susseguirsi di atmosfere abilmente ricreate dove, per goderne appieno, è necessario mettersi in gioco e lasciar fluire liberamente sensazioni, ricordi e pensieri.

Con questa consapevolezza si continua il viaggio negli spazi ipogei della Strozzina dove Your view matter (2022), nuovo lavoro di realtà virtuale di Olafur Eliasson, grazie ad un visore speciale e ad una colonna sonora creata dall’artista, permette di entrare in un mondo digitale e, tra pareti e soffitti, colori ed effetti moiré, ognuno muovendosi, può creare geometrie cangianti e un’opera d’arte personale nella quale perdersi.