Galileo al LAC e Mmitari al Sociale

Applauditi i due spettacoli che nei giorni scorsi hanno animato la nostra scena teatrale
/ 14.11.2022
di Giorgio Thoeni

La scena concepita come uno spazio aperto che disintegra la dimensione del tempo è quanto si è presentato allo spettatore di Processo Galileo, lo spettacolo che ha debuttato con successo la scorsa settimana nella Sala Teatro del LAC di Lugano. Frutto di un anno di lavoro svolto con una formula inedita, vale a dire con i due registi Carmelo Rifici e Andrea De Ros, i due drammaturghi Angela Demattè e Andrea Sinisi, la dramaturg Simona Gonella e l’esordiente Marzio Gandola nei panni di assistente alla drammaturgia – e non abbiamo elencato tutti –, l’esplorazione della figura del grande umanista e scienziato toscano ha generato un lavoro di notevole densità e complessità per contenuti e finalità tematiche.

Si inserisce nel progetto La luce nell’ombra, un percorso promosso dal settore di mediazione culturale del LAC, declinato tra prosa, danza, letture, arti visive, incontri e conferenze che vedono al centro il rapporto fra arti sceniche, scienza, società e politica. Ma è anche parte di un progetto che ha preso avvio durante la pandemia con una serie di proposte digitali che ha raccolto molti consensi e riconoscimenti e che ha esplorato il nostro rapporto con la malattia, la morte, le specie, la medicina e molto altro ancora per un viaggio all’interno del mondo. Riflessioni che riecheggiano prepotentemente nel Processo Galileo dalla doppia regia per una riflessione incentrata sulla luce della verità. È pertanto evidente quanto sia determinante la figura di Galileo nel momento in cui, puntando il suo cannocchiale verso le stelle, si consegna simbolicamente ai suoi torturatori. A partire dall’abiura davanti al tribunale dell’Inquisizione che, secondo Brecht, può essere considerato il peccato originale delle scienze naturali moderne.

Lo spettacolo nel suo prologo ripercorre quella pagina ricordando le basi di una controversia che creò un’insanabile frattura fra il potere secolare della Chiesa e la verità scientifica, fra la politica e la scienza. Con il suo Dialogo sui massimi sistemi Galileo aveva infatti contestato la visione tolemaica dei cieli con al centro la terra opponendo la teoria copernicana con la terra e i pianeti che ruotano attorno al sole. Dopo una prima autorizzazione alla pubblicazione del trattato, la Chiesa rivide la sua decisione mettendolo all’Indice. E poi il processo che, come noto, porterà alla celebre abiura. Un atto di meditata consapevolezza, cosciente che un suo sacrificio non avrebbe evitato la conoscenza di una verità ormai evidente. Processo Galileo ce lo racconta con una prosa esemplare nella sua complessità in un prisma di significanti su diversi piani d’ascolto fra storia e attualità, dubbi e certezze, materialità terrena e analisi filosofica. Dai personaggi chiave come Galileo, una giovane giornalista e sua madre a figure come la figlia e il discepolo dello scienziato.

Un collettivo per una recitazione accurata ed efficace che schiera in prima linea una superba Milvia Marigliano con un autorevole Luca Lazzareschi accompagnati da Catherine Bertoni de Laet, Roberto Ricciardi e Giovanni Drago.

La danza come rito al Sociale

Da anni residente a Friburgo con il suo progetto di produzioni indipendenti Xocolat, Manuela Bachmann Bernasconi è recentemente tornata in Ticino per debuttare al Teatro Sociale di Bellinzona con Mmitari, un ulteriore tassello del suo percorso creativo frutto di una ricerca sviluppata in una serie di residenze all’estero e in patria. Sola in scena di fronte a uno sfondo a specchio deformante, la performer racconta, canta, danza e muove le sue vesti con delicato trasporto attorno alla metafora della nascita e della vita recuperando temi popolari mediterranei. Evoca una Trinacria profonda, testimone di un rito antico e misterioso fra sonorità studiate accuratamente (Cedric Blaser) per cadenzare e sottolineare i cambiamenti dei diversi quadri di una evoluzione danzata con padronanza dei movimenti e una convincente presenza scenica. Una platea numerosa con molti addetti ai lavori ha accolto lo spettacolo con applausi convinti.