Fra mal d’amore e combattimenti

In prima mondiale all’Opernhaus il nuovo balletto di Christian Spuck
/ 31.01.2022
di Marinella Polli

Una serata, per la vista, l’udito e l’intelletto, molto coinvolgente e piena, quella attualmente offerta dal Teatro dell’Opera di Zurigo; una serata all’insegna del nuovo balletto di Christian Spuck, su musiche di Monteverdi: prevalentemente da quel capolavoro che è l’Ottavo libro dei Madrigali (1638) che, riunendo varie opere emblematiche della maturità del grande compositore, ne articola il materiale sonoro per le categorie Madrigali guerrieri, Madrigali amorosi, Madrigali rappresentativi.

Spuck ha dichiarato che subisce il fascino della musica monteverdiana da tempo e che considera i testi più conosciuti delle sue opere molto moderni. Monteverdi si intitola appunto l’ultimo balletto della sua proficua permanenza a Zurigo, prima della partenza per la Germania, dove dalla stagione 23/24 sarà sovrintendente dello Staatsballett Berlin. Un balletto non tipico, questo nuovo del direttore del Ballett Zürich, in quanto non è la danza ad essere posta in primo piano, ma anche altre forme espressive quali il teatro e il canto. Canto, in quest’occasione mirabilmente interpretato dai soprani Lauren Fagan e Louise Kemeny, dal mezzosoprano Siena Licht Miller, dal controtenore Aryeh Nussbaum Cohen, dai tenori Edgaras Montvidas e Anthony Gregory e dal basso Brent Michael Smith accompagnati dall’Orchestra La Scintilla, preparata e diretta dal Maestro Riccardo Minasi.

Il risultato è innanzitutto un approfondimento psicologico della musica e della poetica monteverdiana, grazie a eloquenti immagini coreografiche che, a loro volta, diventano non soltanto madrigali, ma anche musica. Per circa due ore il pubblico si trova confrontato con un vertiginoso, talvolta anche ironico, ma sempre malinconico caleidoscopio di vibranti siparietti e di spaccati di vita amorosa e quotidiana che si collegano e ricollegano, si intrecciano all’improvviso per poi subito dissolversi nello spaccato successivo.

Lo spettacolo, più teatro in musica che balletto, è un puzzle costituito da tessere che rappresentano i vari aspetti della vita, dei combattimenti amorosi in particolare e del mal d’amore soprattutto. Le giustapposizioni, anche quelle scenografiche (di Rufus Didwizus, luci di Martin Gebhardt, mentre i costumi sono di Emma Ryott) appaiono ardite, ricche, addirittura troppo ricche: troppa carne al fuoco, forse?

Eppure il contrasto fra parola, immagine e musica ribadisce subito anche una certa sintonia, magari anche soltanto sul filo della «malinconia», denominatore comune di tutte le epoche, remote e vicine. Dunque, anche tra il passato remoto del Combattimento fra Tancredi e Clorinda (magnifici Lucas Valente e Michelle Willems) e il presente di Azzurro di Celentano o altre canzoni che conferiscono un soffio di leggerezza a lamenti e mal d’amore, si può gettare un ponte di analogie e similitudini.

Come Monteverdi, che aveva inventato tutta una serie di nuovi espedienti musicali, anche Christian Spuck dà prova di inesauribile inventiva e, come Monteverdi, senza tralasciare di indagare a fondo anche possibilità, senso e significato di teatralità e teatro. Davvero in grande forma tutti i ballerini dello Zürcher Ballet. Il Maestro Riccardo Minasi dirige l’Orchestra La Scintilla con entusiasmo e precisione lungo la ricca e complessa strumentazione della partitura. Lunghi applausi entusiastici provenienti da ogni ordine di posti per tutti i partecipanti. Le repliche di Monteverdi si protrarranno ancora fino al 26 febbraio.