Filodiffusione di lusso e poche parole

Verso la «riduzione del parlato»
/ 21.12.2020
di Simona Sala

Per la cultura questa è stata l’ultima di una serie di batoste che sembrano inanellate a regola d’arte. Dopo la chiusura forzata della maggior parte dei luoghi aggregativi culturali a causa dell’emergenza sanitaria, seguita dalla definizione loro data, ossia di essere annoverabili fra le «cose minori», ecco infine la ciliegina sulla torta. La RSI annuncia un’imminente operazione di «riduzione del parlato» per Rete Due, che si trasformerà in un’emittente quasi prettamente musicale. Una filodiffusione di lusso, insomma. Rete Due diventerà un anonimo luogo quasi muto, senza il parlato (infelice parola, che ricorda un inconsistente chiacchiericcio) e cesserà di essere un mezzo di divulgazione culturale democratico, aperto al mondo, alla storia, al futuro.

Perché mai dunque dare retta agli intellettuali, che si sono immediatamente mobilitati, o ai cittadini, che hanno raccolto 7000 firme in una manciata di giorni per salvare la loro (eh, sì, si tratta pur sempre di service publique) radio del cuore, quando si può sparpagliare secondo criteri imperscutabili quel parlato su altre reti e sul digitale? Maurizio Canetta ha affermato che «si tratterà di costruire con chi mi succederà».

Ora sappiamo anche chi dovrà chinarsi su questo progetto, compiendo le scelte fondamentali per il futuro dell’emittente. Il nuovo direttore Mario Timbal, oltre ad essere giovane, proviene proprio da quel mondo culturale che di Rete Due ha fatto la sua casa. Come dimostra il suo curriculum, caratterizzato da un disinvolto e fortunato percorso tra diverse espressioni artistiche. Chissà allora che non si possa costruire qualcosa di più bello con chi prenderà le redini della RSI, che non si possa addirittura estenderla, Rete Due, rinfrescandola e arricchendola? Sarebbe una sorpresa, ma sarebbe anche una svolta, una conquista e una serena vittoria per tutti coloro che reclamano il diritto alla scoperta e alla conoscenza. Sarebbe un regalo di Natale, in un momento difficile come questo.