Dove e quando
Et s’il n’existait pas?, Vallon, Musée Romain. Orari: me-do 13.00-17.00. Fino al 31 marzo 2024. museevallon.ch


E se quel museo non esistesse?

Il Museo romano di Vallon si interroga sui suoi vent’anni di vita e sul futuro
/ 10.05.2021
di Marco Horat

«Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, istruzione e diletto».

Questa la definizione di museo che dà il Consiglio Internazionale dei Musei. Un compito articolato, impegnativo e complesso che ogni istituzione museale declina secondo le proprie caratteristiche e le circostanze nelle quali opera. Il Museo romano di Vallon, nel Canton Friborgo, festeggia i primi venti anni di vita. E cosa c’è di meglio per sottolineare un anniversario importante che fermarsi un momento a riflettere su ciò che ci si è lasciati alle spalle? Non per cullarsi nei ricordi, ma per progettare il tempo che ci sta davanti (sempre che qualche virus malefico non continui a tagliarci la strada).

Il Museo di Vallon è stato costruito sui resti di una villa gallo-romana del III secolo che conteneva due splendidi mosaici, detti della Caccia e di Bacco e Arianna. Un lavoro durato undici campagne di scavo su 3500 metri quadrati di superficie e due anni per la sua costruzione. Fin dall’inizio ha presentato reperti che emergevano durante i lavori di ricerca, e nel corso degli anni si è arricchito con testimonianze quali la maquette della villa, i pannelli con pitture murali e la ricostruzione in grandezza naturale del portico affrescato. Ha anche proposto mostre temporanee per il grande pubblico, arricchite da attività collaterali e didattiche, in collaborazione con altri musei romandi, con lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della regione dei tre laghi che ruota intorno ad Avenches. Un’attività di studio e divulgazione importanti per un piccolo museo archeologico che ha indotto la Direttrice Clara Agustoni e il suo staff a porre (porsi) una domanda provocatoria e paradossale: ...e se il Museo non esistesse? Dopo venti anni il MRV ha bisogno di essere ripensato, e allora quale migliore occasione per mettersi in discussione, trarre un bilancio di quanto fatto in vista del cosa fare domani? Di qui l’idea di una mostra di lunga durata e pensata in evoluzione, ruotando cioè gli oggetti esposti e tenendo conto delle risposte del pubblico.

Quattro i capitoli chiave. All’esterno alcuni pannelli ricordano il problema della scoperta dei mosaici che sono all’origine della storia. Che fare? distruggerli, ricoprirli, rimuoverli o valorizzarli lasciandoli in situ, come è stato poi fatto a Vallon. Mosaico, museo, muse... parole con una comune radice etimologica.

Si entra nell’edificio. Al pianterreno il Museo si nasconde, appunto come se non esistesse: tre grandi casse di legno del tipo usato per i trasporti nascondono al loro interno pochi oggetti archeologici visibili attraverso apposite finestre; una scelta di reperti per illustrare il contesto che ruotava attorno ai mosaici: la grande villa romana di campagna, i suoi abitanti, gli animali, i giardini e le abitudini legate alla vita quotidiana, alle credenze e ai passatempi; partendo dal particolare per arrivare al contesto generale di una piccola comunità che viveva alla romana.

Al piano rialzato invece ecco la storia del museo che quindi riappare agli occhi del visitatore attraverso una struttura in legno che ricorda le doghe che separano nei nostri palazzi moderni gli spazi delle cantine: «Sulle pareti della grande sala abbiamo riportato parole chiave del Codice etico del Consiglio Internazionale dei Musei che hanno guidato anche le nostre scelte in questi venti anni: conoscenza, documentazione, conservazione, mediazione culturale, collaborazione ecc. E in questo terzo capitolo riassumiano la nostra storia ventennale con immagini e video».

Resta aperta la domanda: e il futuro come sarà? Questione che coinvolge il Museo di Vallon, che come detto si darà una nuova veste. Di qui la quarta e ultima parte della mostra che chiama direttamente in causa il pubblico in modo ludico ma che si pone come momento di creatività e progettualità da parte di chi reggerà le sorti del Museo romano di Vallon per i prossimi vent’anni.