E se fossero le donne a salvare il mondo?

Presentati a Soletta i documentari degli italofoni Pellerani e Soudani
/ 31.01.2022
di Nicola Mazzi

Tra le presenze italofone alle 57esime Giornate di Soletta anche due documentari: L’Afrique des femmes di Mohammed Soudani e Sognando un’isola di Andrea Pellerani. Due produzioni molto diverse tra loro che hanno però anche un paio di elementi in comune: anzitutto la dedica a Tiziana Soudani, la produttrice di Amka Film (e moglie di Mohammed) scomparsa nel 2020. In secondo luogo, entrambi hanno voluto filmare luoghi lontani e molto diversi dai nostri: il Giappone e l’Africa.

Pellerani (classe 1984) è andato nella terra del Sol levante a documentare una situazione a dir poco surreale: ha infatti filmato l’isola giapponese di Ikeshima, dove i pochi abitanti vivono in un luogo quasi post-apocalittico, dopo che la miniera di carbone, fonte di reddito e ricchezza per decenni, fu chiusa nel 2001. Un viaggio – filmato in modo pulito e con movimenti di macchina lenti e rispettosi di quei paesaggi – fatto di lunghi silenzi e soprattutto assenze, che ci costringe a pensare al nostro rapporto con il pianeta così come all’isolamento sociale e alla solitudine. Osservare l’abbandono di palazzi in cui vivevano centinaia di famiglie, campi incolti e una scuola con undici docenti per soli due bambini provoca una sensazione straniante e insolita.

L’intenzione del regista è quella di invitare gli spettatori a riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura e in proposito dice: «Penso che il rapporto tra essere umano e natura sia la più grande questione in sospeso del nostro secolo. Domandarsi quale sia la nostra posizione in rapporto alla natura e al nostro pianeta è imperativo se si vogliono trovare delle soluzioni che rendano migliore il nostro futuro. Possiamo davvero continuare a vivere, consumare e prosperare seguendo questo sistema in eterno?».

Soudani (classe 1949) si è invece immerso nei colori e nei suoni del-l’Africa attraversando diversi Paesi alla ricerca di donne da raccontare. Dal Senegal al Ruanda, dal Mozambico al Kenya, passando per la Costa d’Avorio e il Burundi, ha incontrato diverse protagoniste della vita sociale di quelle nazioni. E lo ha fatto a distanza di 75 anni dall’indipendenza dalle potenze coloniali. Un momento giusto per fare il punto della situazione e comprendere l’evoluzione di questi Paesi negli ultimi decenni.

Ne emerge un racconto sicuramente interessante e variegato che dimostra come nel continente africano sia la donna il vero pilastro della società. Come ha detto il regista (sicuramente più a suo agio col documentario che con la fiction): «ho cercato di mettere in immagini le storie di donne che lavorano, che lottano quotidianamente, che non pensano alla sconfitta e non si arrendono mai nonostante la loro sofferenza, le loro lotte, la desolazione che le circonda.

Sono loro la speranza di una nuova Africa». Seguiamo le vicende della direttrice del grande mercato Gourò (di frutta e verdura), interamente gestito da donne; quella che gestisce una piccola piantagione di cacao, o ancora l’attivista umanitaria che sfida la discriminazione etnica. Storie di donne vere che hanno qualcosa da dire e soprattutto dimostrano un amore incondizionato per la propria terra.

Sia il documentario di Pellerani sia quello di Soudani testimoniano delle realtà lontane e molto diverse tra loro, ma entrambe sono di sicuro impatto e interpellano lo spettatore. Utilizzano uno stile classico (anche se Pellerani ha un modo di girare più pulito e lineare, mentre Soudani è più realistico e «sporco») senza quindi osare troppo a livello formale. Ecco, forse è questo l’unico piccolo appunto che si può fare ai due registi: la mancanza di una qualsivoglia sperimentazione formale. Anche se questa scelta è comunque comprensibile e giustificabile perché in entrambi i film si è scelto di puntare tutto o quasi sul messaggio.

Da segnalare infine, a proposito di italofonia, che durante la manifestazione la Ticino Film Commission ha presentato il nuovo Fondo (di 100mila franchi per l’anno pilota) a sostegno della lingua italiana nel cinema svizzero.