East Coast, 1953. A Brooklin nasce James Iovine, figlio di uno scaricatore di porto di origini ischitane. Sua sorella racconta di come la famiglia, da buon italiano, sia sempre stata al primo posto nel cuore del fratello.
West Coast, 1965. Nei projects (famigerate residenze popolari) di Compton la sedicenne Verna Young dà alla luce Andre Romelle Young. Verna racconta dello stupore rapito che si disegnava sul volto del figlioletto ogni volta che l’aria si riempiva di musica.
Da grande Andre Romelle Young diventerà Dr Dre, membro degli N.W.A., genio indiscusso di tutto quanto abbia a che fare con il suono, testimone dei Los Angeles riots, protagonista di episodi di violenza che ancora oggi lo imbarazzano e cofondatore dell’etichetta Death Row.
James Iovine invece diventa Jimmy, un fascio di nervi con gli occhi cerchiati per la mancanza di sonno; a 22 anni è in studio con John Lennon. Poi con Bruce Springsteen. E Patti Smith. E Bono. E Lady Gaga. Si dà il caso che abbia fondato l’etichetta Interscope.
Era inevitabile che i due geni finissero per incontrarsi, ma quello che poteva semplicemente restare un fertile sodalizio (Iovine credette nell’hip hop nonostante i disordini di LA, nonostante il linguaggio di certi testi, nonostante la posta in gioco fosse ormai politica...) che tra gli altri ha «creato» Eminem e Kendrick Lamar, è diventato una potenza tale da reclamare un ruolo di primo piano nella storia mondiale della musica e del marketing. A un certo punto Iovine capì che la musica aveva ormai i giorni contati: internet si sarebbe divorato il mercato stravolgendone le regole. Con l’entusiasmo allucinato che lo contraddistingue, Iovine convince Dre a gettarsi nel business del sound, e così nascono le cuffie Beats, che in pochi mesi si trasformano in un oggetto del desiderio globale, arrivando infine a stuzzicare Apple. Nel 2014 il deal storico: Apple compra Beats per 3,5 miliardi di dollari.
The Defiant Ones (I ribelli), documentario della HBO ora su Netflix, in oltre quattro ore di testimonianze, film d’archivio e canzoni, ripercorre l’evoluzione della musica soprattutto degli Anni novanta, in quella che veniva affrontata come una continua ricerca della perfezione artistica ma anche del successo commerciale. E i mostri sacri si inchinano, da Snoop Dogg a 2Pac Shakur, passando per Gwen Stephani e Will.i.am, senza tralasciare l’arringa di un preoccupato Bill Clinton che si scaglia contro il linguaggio del rap (e ciò 20 anni prima che arrivasse in Ticino!).