Donetta e Garbald, due pionieri

In mostra a Casa Donetta una serie di scatti realizzati da due antesignani della fotografia che (purtroppo) non si conobbero mai
/ 15.06.2020
di Giovanni Medolago

È nato nella seconda metà dell’Ottocento in una valle discosta. Per lui è un colpo di fulmine scoprire la fotografia, che sperimenta con entusiasmo e assoluta libertà, rivelando un’invidiabile abilità tecnica e un’insospettata creatività. Nel suo villaggio – da cui si allontana poche volte nel corso della sua vita – lo guardano con curiosità, è un personaggio particolare, e non solo per la sua passione per la fotografia. Stenta parecchio a vivere unicamente di fotografia, e alle difficoltà economiche si affianca l’amarezza di non vedersi riconosciuto il proprio lavoro. Muore solo e dimenticato da tutti in una casa molto particolare.

Decenni dopo la sua scomparsa, vengono ritrovati per caso migliaia di negativi su vetro, miracolosamente sopravvissuti alle ingiurie del tempo, i quali documentano con precisione la vita arcaica della sua valle, usi e costumi dei suoi abitanti e il lento arrivo della modernità. Una scoperta fortuita che finalmente gli attira l’attenzione generale: libri, mostre e documentari a lui dedicati ci permettono oggi di situarlo con maggior precisione tra i più interessanti pionieri della fotografia elvetica.

Sembrerebbe il perfetto identikit di Roberto Donetta, invece stiamo parlando del bregagliotto Andrea Garbald (1877-1958), nato a Castasegna nell’unica casa – ancor oggi meta di numerosi turisti – progettata a sud delle Alpi da Gottfried Semper, archistar della sua epoca (a Vienna realizzò il Burgtheater, a Dresda il Teatro dell’Opera e tra l’altro progettò il Politecnico di Zurigo, dove divenne poi insegnante). Pur vivendo e operando a poche decine di chilometri – in linea d’aria! – Donetta e Garbald rimasero «Amici sconosciuti» e così si intitola la mostra attualmente in corso alla Casa Rotonda di Corzoneso. Alle nuove immagini di Donetta curate da Stefano Spinelli si affiancano quelle, tutte vintage, dell’artista bregagliotto. Evidenti allora gli interessi comuni: foto di gruppo, ritratti, paesaggi, ecc.

Detto delle analogie, bisogna però evidenziare anche le differenze tra i due pionieri. Mentre Donetta si presentò da perfetto autodidatta, il giovanissimo Garbald iniziò uno stage nel laboratorio del già citato Poli di Zurigo e nella stessa città svolse un tirocinio presso lo studio del ritrattista Rudolf Ganz. La famiglia del Ruberton era di umili origini e precarie condizioni economiche; quella del grigionese era di ben altro lignaggio: suo padre era un alto funzionario delle dogane, mentre la madre – all’anagrafe Johanna Gredig – divenne una scrittrice di una certa fama con lo pseudonimo di Silvia Andrea.

Se per aumentare il proprio magro reddito Donetta divenne venditore di sementi, Garbald si ingegnò per fare altrettanto restando però nell’ambito fotografico, sia vendendo cartes de visite e cartoline turistiche con gli splendidi paesaggi della sua valle, sia aprendo un gabinetto ottico nella villa di Castasegna, dove un’insegna recitava «Tutto l’occorrente per cinematografia e fotografia, occhiali&binoccoli» (con due «ci»!). Burbero e scontroso, Donetta si scontrò anche duramente con i suoi cari, mentre Andrea poté sempre contare sull’aiuto e la complicità dei suoi familiari, soprattutto di sua sorella Margherita.

E se Donetta era circondato da gente semplice, a Villa Garbald erano di casa personaggi illustri e artisti importanti quali Giovanni Segantini o la famiglia Giacometti. Il ritratto di quest’ultima (firmato da Andrea nel 1909), con il piccolo Alberto seminascosto dai folti riccioli biondi che lancia uno sguardo enigmatico alla madre, ebbe un successo e una diffusione internazionali.

Così commenta questa immagine lo scopritore dei negativi dimenticati a Villa Garbald, l’artista grigionese Hans Danuser: «Un ritratto realizzato all’aperto, forse per caso. Non è però un caso che Andrea faccia accomodare tutta la famiglia sull’erba disponendola in semicerchio. Ciò provoca una dinamica nel gruppo, nell’inquadratura c’è drammaturgia. James Lord (autore di un’importante biografia dello scultore di Stampa, n.d.r.) dice d’aver trovato la chiave del suo libro proprio nello sguardo di Alberto verso la madre».

Personaggio particolare ed eccentrico, Andrea Garbald portò il cinema in Val Bregaglia, studiò il sanscrito e si avvicinò al buddismo: sicuramente sarebbe piaciuto a Roberto Donetta!

Dove e quando
Amici sconosciuti. Roberto Donetta e Andrea Garbald con Hans Danuser, Katalin Deér, Florio Puenter, a cura di Stephan Kunz. Corzoneso, Casa Donetta. Fino al 30 agosto 2020. www.archiviodonetta.ch